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Aluko lascia l’Italia per razzismo: “Controllata come un narcotrafficante”

La giovane calciatrice Eni Aluko ha deciso di lasciare la Juventus e l’Italia in seguito a continui episodi di razzismo di cui è stata vittima.

aluko @ getty images

La giovane calciatrice Eni Aluko ha deciso di lasciare la Juventus e l’Italia in seguito a continui episodi di razzismo di cui è stata vittima. Una decisione non facile per lei che è sbarcata a Torino nell’estate del 2018 e che da quel momento in poi ha vissuto momenti felici in campo, ed altri sicuramente non positivi al di fuori del terreno di gioco. Si parla di razzismo, e non può che essere così dopo la denuncia al The Guardian dell’ex calciatore dei bianconeri.

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Prima la precisazione in merito ai tifosi della Juventus affermando: “Con i tifosi nessun problema, ma la città è un paio di decenni indietro”. Poi l’affondo che fa male in particolar modo a chi in Italia da anni prova a combattere il razzismo: “All’aeroporto di Torino mi è capitato spesso e volentieri di essere trattata come Pablo Escobar per via dei cani anti-droga intorno a me”. Delle dichiarazioni che non possono sicuramente passare sotto traccia e che mettono in evidenza una situazione sicuramente critica dal punto di vista culturale.

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La calciatrice della Juventus ripercorre alcune delle tappe chiave che hanno portato alla sua decisione di lasciare i bianconeri: “Mi sono stancata di entrare nei negozi e avere la sensazione che il titolare si aspetti che rubi qualcosa”. Una situazione ritenuta inaccettabile che secondo Aluko si rifà ad un problema culturale italiano e della stessa Torino, arretrata da questo punto di vista è con una città che ha di conseguenza bisogno di un rapido cambiamento.

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G.S.

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