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Reddito di cittadinanza, le tessere sono in stampa? Di Maio fa chiarezza

Luigi Di Maio (Getty Images)

La stampa delle tessere del reddito di cittadinanza tra conferme e smentite: i problemi tecnici e i costi della misura

La questione del reddito di cittadinanza continua a tenere banco e a destare parecchio clamore nell’attualità italiana.

Una settimana fa il ministro Di Maio affermava al programma “Piazza pulita”, su La7, che ogni beneficiario della misura riceverà “una tessera a casa ed una serie di impegni da prendere”, avendo “già dato mandato di stampare le prime cinque o sei milioni di tessere elettroniche”. Tessere in stampa dunque, come ribadito ieri dal sottosegretario all’economia Laura Castelli a “otto e mezzo”, glissando sulla domanda che provava a far luce su chi si stesse occupando della stampa.

Il reddito di cittadinanza, ad oggi, non è approvato né citato in un testo di legge in via di approvazione. Stupore diffuso quindi, un mistero su cui è lo stesso Di Maio a tornare, durante una visita a Bruxelles: “non c’è nessun giallo” – afferma – “da due settimane ho dato ordine al mio staff di lavorare con Poste per tutto, inclusa la stampa delle tessere”.

Reddito di cittadinanza: problema tempi tecnici e misura salata

Intanto sul tema si esprime Marco Leonardi, l’ex capo economista del governo Renzi e ideologo del REI, (reddito di inclusione, ndr). Leonardi ad Adnkronos afferma che il problema non è politico bensì tecnico: “Non è plausibile che le tessere per il reddito siano in via di pubblicazione – perché, spiega l’economista – serve un testo normativo sul funzionamento della misura che stabilisca a nome di chi Poste ha il mandato a procedere”.

Secondo Leonardi “ci vuole una legge”, ed esclude ci siano i tempi tecnici per partire prima delle elezioni europee. “Noi per fare il REI ci abbiamo messo un anno”, dichiara.

Inoltre “le domande per il reddito andrebbero presentate all’INPS” e le risposte inerenti ai requisiti richiesti “non arriverebbero prima dei prossimi sei mesi”; forse, chiosa Leonardi, “manderanno le tessere a casa alla gente, senza che venga presentata la domanda”.

Se così fosse “sarebbe come buttare i soldi dall’elicottero”, conclude.

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