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Reddito di Cittadinanza, i lavori che si possono rifiutare

Luigi Di Maio (Getty Images)

Il reddito di cittadinanza offrirà a chi lo richiede una serie di lavori che devono essere accettati, pena il rischio di perdere il beneficio. Ma alcuni sono esenti da questa misura: vediamo quali

Più si va avanti più il reddito di cittadinanza inizia a diventare realtà, con la presentazione delle domande e una serie di dubbi rimasti irrisolti ai più. Ad esempio, una delle “regole” più chiare e più esplicitate di tutte riguarda le proposte di lavoro che arriveranno dai navigator: ne arriveranno tre e queste saranno anche le possibilità di rifiuto che avrà un candidato. Al rifiuto della terza proposta di lavoro scatterà automaticamente il termine del beneficio economico. Ma ci sono diverse opportunità lavorative possibili che i titolari del RDC potranno rifiutare senza perdere il sussidio. Tra queste ci sono i contratti a termine e quelli stagionali, ma anche altre formule, dai part-time alle formule del lavoro a chiamata, fino al più strutturato contratto di apprendistato. Nessuna di queste tipologie rappresenta l’offerta di lavoro ritenuta “congrua” (al di sopra della soglia minima di 852 euro mensili, ndr) e quindi possono essere bypassate senza per questo perdere il diritto al reddito. E secondo il Sole 24 Ore sarabbero oltre 4 milioni e 200 mila i lavoratori che oggi guadagnano meno di quella cifra.

Reddito di Cittadinanza, la Cisl: “I giovani non cercano più lavoro”

E non mancano le polemiche in merito a tutta la legge che prevede il reddito di cittadinanza. In particolare un’osservazione parecchio dura è arrivata dal leader della Fim-Cisl, Marco Bentivogli, che ha spiegato che i ragazzi non cercano più lavoro: “I grillini ci stanno dicendo che i ragazzi che lavorano a part-time a 700 euro mensili sono dei fessi. Sono almeno 25mila le persone, molti dei quali giovani, che hanno smesso di cercare un lavoro da quando si parla del reddito di cittadinanza“. La questione dei lavori sotto la soglia riguarderà parecchie persone, principalmente gli stagionali: in agricoltura, per 180 giornate annue al minimo contrattuale si arriva a 505,05 euro al mese. Anche i part-time al 50% nel settore alimentari è al di sotto della soglia, e perfino un apprendista parrucchiere, che in media percepisce circa 828 euro al mese per 40 ore settimanali.

 

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