ESCLUSIVO | Pillon sulla B: “Brescia, hai tutto per vincere. Quel gol regalato alla Reggina…”

Un record man degli allenatori italiani. Bepi Pillon ha conquistato un traguardo non di poco conto: insieme ad Alberto Zaccheroni detiene il record di tre promozioni consecutive dalla Serie D alla cadetteria. 

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Pillon © Getty Images

Un record raggiunto tra il 1994 ed il 1997, conquistando anche la panchina d’argentino. Oggi Giuseppe Pillon è un attentato osservatore del calcio a trecentosessanta gradi, dopo le ultime esperienze sulle panchine di Cosenza e Triestina. Per il tecnico originario di Preganziol è impossibile non seguire le vicende riguardanti il campionato di Serie B, pronto ad entrare nella settima giornata con un Pisa ancora al comando: “In questi anni con D’Angelo ha sempre fatto bene” ricorda Pillon in esclusiva ai microfoni di SerieBNews.com, sottolineando i meriti dell’allenatore.

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“Secondo me è molto bravo, la squadra gioca bene e lo faceva già l’anno scorso, esprimeva un calcio spumeggiante su tutti i campi di B, giocandosi sempre la partita. Lo stesso sta accadendo quest’anno, con una squadra ancora più forte. È sicuramente una mina vagante, ma è presto. Il campionato di B è lungo e difficile, fare previsioni ora sarebbe azzardato anche se chi ben comincia è a metà dell’opera. A Parma meritava di più, ci saranno momenti difficili ma conoscono bene la realtà del campionato cadetto, tutto si deciderà ad aprile”.

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Altra sorpresa è l’Ascoli, compagine che Pillon conosce bene: “È una formazione bene organizzata, anche Sottil è molto bravo. Oggi gli allenatori italiani sono tutti preparatissimi, sanno come organizzare le squadre”. Per Pillon conta la gestione, ma anche la gavetta: “È sicuramente un momento importante. Allenatori come D’Angelo e Sottil sono arrivati in un campionato importante dopo aver fatto sacrifici, e questa è una cosa che mi piace molto. Sono sempre contento di vedere allenatori emergenti ottenere risultati”.

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Ad Ascoli, Pillon fu protagonista di un gesto che destò scalpore: il 5 dicembre del 2009 la sua squadra giocava contro la Reggina. I marchigiani passarono in vantaggio con un gol di Antenucci, a segno con un avversario a terra. E così Pillon disse ai suoi di lasciare agli avversari la possibilità di pareggiare, anche se poi i calabresi vinsero per 3-1 al Del Duca. Un gesto di fair play apprezzato in tutta Italia, ma non nelle Marche, con i tifosi bianconeri (e non solo) che non gradirono: “Sono cose istintive, scelte del momento, non so dire se oggi prenderei o meno la stessa decisione. Non tutti i giocatori erano d’accordo, ma mi assunsi tutte le responsabilità del caso. Nel calcio tutto torna: eravamo terzultimi, perdemmo quella partita. Poi pareggiammo sul campo della capolista (il Lecce, ndr) e vincemmo cinque partite di fila, chiudendo la stagione al nono posto”.

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Nel 2017 ha sfiorato l’ennesima promozione in Serie B sulla panchina dell’Alessandria che oggi lotta per non retrocedere: “Devono calarsi nella mentalità del campionato di Serie B, diverso da quello di terza serie. Sul piano del gioco e delle prestazioni non ha mai demeritato, ma nei momenti cruciali delle partite bisogna evitare errori e portare gli episodi dalla propria parte”. L’ultima esperienza in B, Bepi, l’ha vissuta a Cosenza: “Dopo la retrocessione dello scorso anno credo abbiano imparato tanto. È stata allestita una buona squadra con tanti giocatori nuovi e un allenatore reduce da una importante gavetta, ecco perché stanno facendo bene”.

Il mister del Brescia, Pippo Inzaghi
Filippo Inzaghi © Getty Images

Il Brescia di Cellino

Sta facendo bene anche il Brescia di Pippo Inzaghi: “A Brescia ci sono tutte le componenti per puntare alla promozione, società, squadra e allenatore. Con Cellino però non si scherza, lo conosciamo. Se le cose peggioreranno sarà necessario saper gestire la situazione. Sono convinto che se lasceranno lavorare Pippo i risultati arriveranno tranquillamente”.

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Non stanno facendo bene, invece, alcune big come Parma e Monza: “In Serie B devi giocare ogni partita al massimo, puoi affrontare l’ultima in classifica e avere delle difficoltà. Nessuno l’anno scorso pensava che Salernitana e Venezia potessero andare in Serie A, ma se arrivi ad aprile fisicamente bene e con l’entusiasmo giusto, tutto può accadere come avvenuto a Salerno”. Decisivo, in tal senso, può essere il ritorno dei tifosi sugli spalti: “A Trieste ho vissuto il calcio senza pubblico e posso dire che non è calcio. Sembra di giocare le amichevoli del giovedì senza l’empatia della gente”.