Il presidente dell’Empoli Fabrizio Corsi anticipa le strategie di mercato del club toscano in vista della prossima estate. In uscita Bajrami e Ricci 
Fabrizio Corsi pianifica il futuro dell’Empoli. Intervistato sulle colonne della Gazzetta dello Sport, il patron del club toscano analizza il presente, con un primato in classifica da difendere ad ogni costo lanciando uno sguardo all’immediato futuro da costruire attraverso una gestione oculata e il lancio di giovani talenti: “Non abbiamo mai fatto il passo più lungo della gamba, è questo il nostro segreto; valorizzare i giovani e cederli al miglior offerente è una costante della nostra strategia imprenditoriale. Abbiamo dei ragazzi del 2002 e del 2003 che sono straordinari”.
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Calciomercato Empoli, la ricetta di Corsi: pronte due cessioni
La strategia sul mercato di Corsi non cambia: vendere i pezzi della rosa più richiesti e sostituirli con giovani usciti dal settore giovanile. Una costante che ha permesso all’Empoli di mantenersi ad alti livelli con una certa continuità: “E’ inevitabile per un club come il nostro coprire i costi attraverso le cessioni dei calciatori più in vista; non abbiamo alternative”.
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In sintesi, il ventiduenne trequartista svizzero-albanese Nedim Bajrami e il ventenne difensore centrale Samuele Ricci, da tempo nel mirino di molte società di prima fascia, saranno i due sacrificati sull’altare del consolidamento del bilancio. 
In trent’anni di gestione, non si contano i tanti giocatori sbocciati in maglia empolese ed esplosi definitivamente nei grandi club; gli ultimi in ordine di tempo sono Bennacer e Krunic, in corsa per scudetto ed Europa League nel Milan di Pioli: “Mi fa sempre molto piacere quando dei giocatori cresciuti con noi fanno le fortune di società importanti; è un riconoscimento per il nostro modello gestionale”.
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Non solo grandi calciatori, ma anche allenatori sono diventati grandi con Fabrizio Corsi: Sarri è stato l’ultimo in ordine di tempo; andando a ritroso, Francesco Guidolin: “Guidolin è quello che somiglia di più a Dionisi: entrambi molto intelligenti, brillanti e innovativi. Francesco non ottenne grandissimi risultati, ma il suo Empoli giocava un grande calcio”.
