Appena guarito dal coronavirus, Mauro Lovisa, presidente del Pordenone, dichiara fortemente che bisogna riprendere il campionato, seppur in sicurezza
Il suo Pordenone ha stupito in questi nove mesi di Serie B. I neroverdi, autentica cenerentola del campionato, hanno dimostrato di saperci fare raggiungendo la piena zona playoff a meno quattro dalla promozione diretta. Il presidente dei ramarri, Mauro Lovisa, ha parlato al quotidiano sportivo “Tuttosport” di come è stato impegnato nella lotta al coronavirus, essendo stato contagiato dall’epidemia: “Non so come ho contratto il virus, forse frequentando un amico che poi è stato ricoverato. Ho fatto controlli e ho scoperto di averlo ma sono stato fortunato perché l’ho sconfitto restando tranquillo in casa per trenta giorni”.
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Lovisa spiega le motivazioni sulla quale, la ripresa, è l’unica via necessaria: “Non ci sono solo 22 persone che vanno in campo. Il calcio è un’azienda e dietro c’è tutto un circuito. Sarebbe un errore restare fermi ma bisogna riprendere ovviamente in sicurezza nel rispetto di tutti i protocolli”. Il presidente pensa ad oggi: “Quello che impariamo oggi ci servirà per il futuro” e non può non fare i complimenti alla sua squadra, soprattutto guardando la classifica: “Sognare non costa nulla, tanti parlano di Serie A come il Perugia che è a quattro punti dai playout figuriamoci i miei ragazzi”.
Il presidente invita comunque alla calma: “Bisogna sicuramente pensare in grande ma mantenendo sempre un profilo basso e restando umili”. Lovisa parla, infine, anche del colpo Tremolada: “Doveva essere il componente aggiuntivo ma purtroppo non è stato bene dopo un periodo in cui nel Brescia non giocava praticamente mai. Sarà la nostra arma in più appena riprende il ritmo partita”.
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