A pochi mesi dalla fine dell’esperienza con il Benevento, Fabio Cannavaro ha svelato un’incredibile retroscena. C’è stato un momento che ha cambiato la sua carriera da allenatore.
Passare dalla Cina all’Italia non è stato semplice per Fabio Cannavaro. L’ex Pallone d’Oro e capitano della Nazionale campione del mondo ha provato da qualche anno a mettersi in gioco anche come allenatore. E sembrava, fino a poco tempo fa, avere tutte le qualità per riuscirci. Appesi gli scarpini al chiodo, in Cina, alla guida del Guangzhou Evergrande, ha continuato a raccogliere successi anche in panchina, al punto da convincersi di essere pronto per il grande salto nel calcio europeo. Ma un’esperienza vissuta una volta tornato in Italia è stata talmente traumatica da cambiare le sue prospettive.
Nel calcio, spesso, si va avanti a luoghi comuni. Si dice, ad esempio, che giocare in Italia sia più complicato, dal punto di vista tattico, che giocare in Europa. E ovviamente si afferma anche con certezza che il calcio europeo sia mille volte più difficile e avanzato di quello di qualunque altro continente, Asia compresa.
Lo dimostrerebbero le vittorie, ad esempio, nel Mondiale del Club, da anni ormai appannaggio delle squadre europee. Ma a dare manforte a questa tesi, che in realtà appare piuttosto frutto della potenza economica e del prestigio dei club storici del Vecchio Continente rispetto a quelli degli altri angoli del mondo, è anche l’esperienza in panchina di Fabio Cannavaro. Se in Cina l’ex azzurro era infatti un re, durante la sua prima avventura italiana è rimasto scottato da un episodio davvero incredibile.
Cannavaro e il flop al Benevento: il retroscena fa capire tutto
Arrivato alla guida delle Streghe nel settembre del 2022, subentrando a Fabio Caserta dopo l’inizio shock di stagione della squadra giallorossa, Cannavaro non è riuscito a imprimere la giusta scossa a uno spogliatoio in evidente stato confusionale. Non a caso sotto la sua gestione, durata fino allo scorso febbraio, i risultati sono diventati addirittura drammatici per la compagine campana: in 17 presenze ha raccolto solo 3 vittorie e 7 pareggi. Soddisfazioni troppo blande per poter permettere a Cannavaro di ottenere una conferma. Anche se le colpe, è evidente, non sono state solo sue.
Le cose, a Benevento, per l’ex Guangzhou non sono andate nel migliore dei modi fin da subito. Campanello d’allarme è stato un episodio svelato solo in questi giorni ai microfoni di DAZN dall’allenatore. Un fatto assurdo, che mai gli era capitato di poter vivere sulla sua pelle, nemmeno nel periodo più buio del Covid, quando ancora allenava in Cina.
“I giocatori avevano paura a guardarmi“, ha svelato l’ex campione del mondo. Quando è entrato per la prima volta nello spogliatoio del Benevento, è stato accolto da un gruppo con la testa bassa, timido, privo del coraggio necessario anche solo per incrociare il suo sguardo. Un segnale chiarissimo che qualcosa, in quel momento, proprio non andava nella testa dei ragazzi. Piano piano le cose sono poi migliorate, i calciatori hanno iniziato a prendere confidenza con lui, a capire che era uno di loro, sempre dalla loro parte. Ma questo non è bastato a rimettere in sesto un campionato deludente, ormai indirizzato verso la retrocessione. Un primo fallimento per Cannavaro, che dovrà fare tesoro di questa esperienza per non ripetere gli errori commessi. Dalla sua ha ancora la carta d’identità: avrà sicuramente tempo e modo per rifarsi.