Insulti razzisti ad una calciatrice di 15 anni: il caso fa discutere

Un’altra vergognosa vicenda nel mondo del calcio giovanile in Italia: insultata una ragazza di appena 15 anni, l’episodio

Non c’è fine al peggio. Così a Fano, durante una partita di ragazze Under 17, una calciatrice di appena 15 anni è stata insultata per il colore della pelle.

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razzismo © LaPresse

L’episodio terribile è avvenuto al campo dell’Alma Juventus Fano con la sfida in corso contro l’Ancona Respect. La giovane calciatrice, come riportato dai media locali, è nata e cresciuta in Italia da genitori nigeriani. La ragazza ha svelato ai microfoni de “Il Corriere della Sera” che non ci sono state reazioni forti da parte dei presenti: “Uno dei genitori è intervenuto immediatamente. Si è arrabbiato moltissimo e lo ha rimproverato ad alta voce. ‘Ma come si fa a dire queste cose a una bambina’, diceva. E ancora: ‘Non ti vergogni? Potrebbe essere tua figlia’.

La Lega Pro ha voluto subito prendere le distanza denuciando senza storia l’accaduto: “Il razzismo è un virus che muta facilmente e invece di sparire si nasconde, ma è sempre in agguato. Le espressioni di razzismo rinnovano in noi la vergogna dimostrando che i progressi della società non sono assicurati una volta per sempre”. Poi ha aggiunto: “Si vuole esprimere la ferma condanna a quanto è successo alcuni giorni fa a una giovane calciatrice dell’Ancona Respect dicendo fermamente NO al razzismo e a tutte le forme di discriminazione”.

Insulti razzisti, la denuncia della giovane ragazza

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La giovane calciatrice non stava giocando domenica scorsa, ma voleva stare vicino alla squadra commentando così aperamente un rigore che per lei non era così netto.  Così un genitore di una ragazza della squadra avversaria, Alma Juventus Fano, ha iniziata ad insultarla.

La stessa ragazza ha voluto così confessarsi lasciandosi andare ai microfoni de “Il Corriere della Sera”: “Gli insulti sono iniziati a scuola. Dalle elementari in poi. Insulti e minacce. Anche l’atteggiamento delle altre madri, che non tenevano in considerazione la mia e non la invitavano ai ritrovi pomeridiani, mi faceva male”. Poi ha aggiunto: “Ho avuto un crollo, una volta, quando avevo dodici anni. Tornando a casa, dissi piangendo a mia madre che volevo morire per rinascere bianca. Non starò mai zitta, mai”.