Dal paradiso all’inferno, i motivi della caduta del Pordenone

La retrocessione del Pordenone chiude un ciclo importante: le cause del crollo dei ramarri, dal miracolo sfiorato a San Siro al ritorno in terza serie

La sconfitta col Benevento dello scorso 18 aprile ha certificato la retrocessione del Pordenone che torna in terza serie dopo tre stagioni in cadetteria: ecco le cause del crollo dei ramarri.

(Pordenone © LaPresse)

Dal paradiso all’inferno: dal 2017 ad oggi il destino e la percezione del progetto Pordenone sono radicalmente cambiati: un’avventura, quella dei ramarri, iniziata nella stagione 2017/2018, con l’avvento in panchina di Leonardo Colucci (poi sostituito da Fabio Rossitto). In quella stagione qualcosa comincia a cambiare: storica la partita giocata allo stadio ‘Meazza’ di Milani contro l’Inter, dopo aver superato ben quattro turni di Coppa Italia ed eliminando anche il Cagliari.

Un cammino che portò i friulani a San Siro dove, il 12 dicembre del 2017, la formazione neroverde sfiorò l’impresa, arrivando ai calci di rigore dopo aver bloccato i nerazzurri sullo 0-0 per centoventi minuti di gioco. Dagli undici metri la spuntarono i padroni di casa per 5-4, ma quella serata diede l’immagine esatta della crescita che avrebbe poi portato Pordenone in Serie B: la promozione è arrivata nel 2019 con Attilio Tesser in panchina. Un risultato storico per i ramarri, capaci di chiudere il girone B di Lega Pro con 73 punti all’attivo e raggiungendo un traguardo epocale.

(Pordenone © LaPresse)

Pordenone, motivi della retrocessione e da cosa ripartire

Il primo anno in Serie B è stato a dir poco sorprendente: i friulani chiusero la regular season al quarto posto in classifica, dopo aver sostato lungamente anche al primo posto. Ai play-off la squadra di Tesser pagò dazio con il Frosinone, fermandosi in semifinale. Un risultato comunque più che soddisfacente per i neroverdi, candidati ad essere la nuova sorpresa del torneo cadetto.

Invece, a partire dalla stagione 2020/2021 qualcosa è cambiato, in negativo. Lo scorso anno infatti il Pordenone ha chiuso la stagione al quindicesimo posto in classifica, evitando i play-out grazie al successo sul Cosenza all’ultima giornata. Quest’anno, invece, la squadra di patron Lovisa ha sempre navigato nei bassifondi della classifica, senza mai lasciare l’ultimo posto dalla 22esima giornata.

Le cause del crollo? Non è semplice stabilirlo: qualcosa si è rotto dall’esonero di Tesser, con una serie di scelte tecniche che hanno poco convinto. Del resto, in un anno, sulla panchina si sono avvicendati ben quattro allenatori (Domizzi, Paci, Rastelli e Tedino). Una instabilità tecnica che ha inevitabilmente inciso. E da cosa ripartire? Dal progetto che ha portato il Pordenone ad affermarsi in cadetteria e da calciatori di valore come Perisan, Barison, Pasa, Zammarini e tanti altri.