Reddito di cittadinanza e Quota 100, parziale marcia indietro: le novità

Reddito di cittadinanza e Quota 100, vediamo le modifiche del Governo alla Finanziaria

reddito di cittadinanza
Salvini Conte Di Maio (Getty Images)

Il Governo si muove per far sì che le proposte su reddito di cittadinanza e Quota 100 siano approvate anche dall’Unione Europea: ecco le modifiche

Continuano le trattative fra il Governo italiano e l’Unione Europea in merito alla questione del reddito di cittadinanza. Per come era stata presentata, la manovra finanziaria dell’Italia presentava parecchie criticità che hanno infatti comportato la bocciatura della UE, preoccupata dalla successiva stabilità dei conti del nostro Paese. E quindi adesso Conte, Di Maio e Salvini stanno studiando un modo per rientrare in certi parametri e non esporre l’Italia ad una situazione che si ripercuoterebbe a lunga scadenza sulla stabilità della nostra nazione. Alcuni ritocchi necessari alla manovra riguarderanno appunto il reddito di cittadinanza e la famosa “Quota 100” per chi deve andare in pensione. Un ridimensionamento importante, che certifica come forse il Governo si era esposto un po’ troppo nella precedente proposta, facendo correre agli italiani un rischio enorme. Vediamo quindi le possibili modifiche – riportate da ‘QuiFinanza’ – a reddito di cittadinanza e quota 100 per la finanziaria 2019.

Reddito di cittadinanza e Quota 100, meno risorse a disposizione

Cambiano dunque i parametri e si ridimensiona la manovra relativa a Quota 100 e al reddito di cittadinanza. Bisogna rientrare di parecchi soldi: 6,7 miliardi di euro erano troppi e si rischiava il default, ora si lavora per smussare alcuni aspetti. In primis la data: Quota 100 non inizierà prima della prossima primavera, con previsioni ottimistiche che dicono aprile come punto di partenza. Ci saranno meno risorse anche per il reddito di cittadinanza. Le certezze restano l’importo – confermato a 780 euro al mese – e la soglia Isee a 9.360 euro, ma saranno previsti anche sgravi alle imprese che assumerà i beneficiari del reddito e un bonus per i tutor che li avvieranno all’impiego.

Previsto anche un importo proporzionato per i figli del nucleo familiare: dovrebbe essere il 20% a testa rispetto all’importo complessivo, quindi 156 euro a figlio, e il 40% (312 euro) per il coniuge a carico. Ora il problema resta la sostenibilità della manovra. La trattativa continua, serrata: chissà se vedrà mai la luce.