Il calciatore, tra i più rappresentativi del club appena retrocesso, è andato via a costo zero dopo la delusione per la proposta ricevuta
Quando un club scende di categoria, inevitabilmente la dirigenza è chiamata a ‘trasformare’ la rosa per adattarla – anche economicamente, in termini di monte stipendi e non solo – alle mutate esigenze della nuova realtà cadetta. Pur restando valida l’ambizione di risalire immediatamente nel massimo palcoscenico, il DG e i suoi collaboratori devono necessariamente costruire una squadra competitiva ma giocoforza differente rispetto a quella che poche settimane prima lottava contro le grandi a caccia di qualche punto prezioso.

Nonostante un apprezzabile finale di campionato, preceduto da una buona seconda metà di stagione, il Venezia di Eusebio Di Francesco non ce l’ha fatta a restare in Serie A. La dolorosa retrocessione, causata da troppi punti persi per strada (spesso da situazioni di vantaggio nel punteggio), ha scosso l’ambiente, che non ha mancato di fornire il proprio sostegno fino all’ultima giornata di campionato, quella coincidente con la sconfitta interna con la Juve.
Una partita, quella del ‘Penzo‘, che Francesco Zampano, designato Capitano da gennaio 2025 dopo la partenza del bomber Joel Pohjanpalo, non ha però disputato, accomodandosi in panchina per tutti e 90 i minuti.
Quello che, col senno di poi, è risultato essere un chiaro segnale della società sulle intenzioni da dichiarare al calciatore a fine anno – il nativo di Genova aveva il contratto in scadenza – è poi esploso in tutta la sua evidenza in fase di discussione sulla permanenza in laguna dell’esterno.
Zampano, rabbia e delusione dopo l’addio al Venezia
Il dialogo tra le parti non ha avuto esito positivo: il calciatore classe ’93 è stato lasciato libero di trasferirsi a costo zero al Modena, abile a sfruttare la situazione venutasi a creare. Il tutto è stato raccontato nei minimi dettagli dal diretto interessato, che nel corso di un’intervista concessa a ‘Il Gazzettino‘, ha mostrato tutta la sua delusione per l’esito della vicenda.

“Io non ho mai chiesto nemmeno un euro di aumento al mio ingaggio. Il DG Antonelli mi ha proposto un prolungamento annuale con uno stipendio più basso, ma io non lo trovavo giusto per quanto ritengo di aver fatto in campo e fuori. Ho solo chiesto un biennale a fronte del quale avrei accettato pure il taglio. Avrei meritato maggiore chiarezza e sincerità, sentirmi dire che non giocavo più per “motivi tecnici” l’ho trovata una mancanza di rispetto. Soprattutto perché qui per due campionati e mezzo avevo giocato indifferentemente a destra e sinistra“, ha esordito Zampano.
“Mi offrivano due anni e mezzo nell’alta Serie B e dall’estero, ma non avrei mai potuto abbandonare i miei compagni. Non giocavo più ma non ho mai fatto casino, ho spinto sempre a 3000, mi fa male la sensazione di non aver dato una mano nel momento clou. Peccato, mi sono sentito tradito perché avvertivo la responsabilità e l’orgoglio di essere il prosieguo di Modolo e Pohjanpalo quando ho indossato la fascia da Capitano“, ha concluso il calciatore.





