Napoli, attacco frontale dal mondo Juve: “Ma quale onestà!”

De Laurentiis parla di scudetto dell’onestà e si provoca il mondo del calcio italiano: la risposta dell’ambiente Juventus è spietata e chiama in causa un suo presunto illecito.

De Laurentiis chiama, il mondo Juventus risponde. Quasi avesse una coda di paglia lunga diversi chilometri, circa 900, come quelli che separano l’Allianz Stadium di Torino dal Maradona di Napoli, le parole del numero uno degli azzurri suscitano clamore mediatico in una tifoseria in particolare, in un ambiente su tutti.

Quello della Juventus, appunto. Anche quando non cita il club bianconero, secondo il mondo che ruota attorno alla Vecchia Signora il pensiero di DeLa è rivolto a lei, a Madama. Non a caso, c’è chi si sente in dovere di rispondere alle dichiarazioni, sicuramente provocatorie, del presidente partenopeo. E non ci riferiamo solo di semplici tifosi.

polemica sulla juve onestà
Andrea Agnelli, ex presidente Juve (AnsaFoto) – seriebnews.com

Stavolta a scatenare la “difesa d’ufficio” delle solite bocche da fuoco dei media vicini all’ambiente bianconero sono state le dichiarazioni del patron della FilmAuro nella conferenza stampa congiunta con il prefetto di Napoli per annunciare l’apertura straordinaria del Maradona in occasione della trasferta degli azzurri a Udine. Nell’occasione, parlando del tricolore ormai in arrivo, il presidente ha infatti affermato che si sente già vincitore anche di altri scudetti negli scorsi anni.

Il motivo? A causa degli illeciti finanziari che solo ora stanno venendo a galla, in stagioni in cui il Napoli ha chiuso al secondo posto, a suo dire, anche per colpa di determinati artifizi contabili non proprio chiarissimi, da parte delle società che lo hanno preceduto. Un discorso che, opinabile o meno, non fa una piega. O meglio non dovrebbe farla in un paese innamorato più della legalità che del potere e della vittoria a ogni costo. Ma l’Italia non è questo paese. E lo “scudetto dell’onestà” autoassegnatosi dallo stesso De Laurentiis non è quindi andato giù a chi dell’onestà ha fatto il proprio tallone d’Achille.

De Laurentiis e l’onestà: l’attacco del mondo Juventus

Il benaltrismo è “un espediente retorico per eludere un problema posto in discussione, adducendo l’esistenza di altri problemi più impellenti, spesso non chiariti“. Questo sembra essere il grande male del giornalismo sportivo italiano. O almeno di una parte, di quella parte che, quando DeLa parla di “onestà”, si sente in dovere di attaccarlo, non con il fine ultimo di indagare su un suo illecito, o presunto tale, ma di difendere chi dal presidente napoletano è stato a sua volta attaccato.

Affare Osimhen Napoli
L’affare Osimhen nel mirino dei tifosi della Juve (Ansa) Seriebnews.com

Si spiega così un intervento social di un noto giornalista, Giovanni Albanese, che segue le vicende della Juventus per la Gazzetta dello Sport, su quanto espresso da ADL. Secondo l’importante firma della rosea, il numero uno del club partenopeo non dovrebbe parlare di onestà e irregolarità, ma di Osimhen e del modo in cui lo ha acquistato, utilizzando quattro calciatori (Karnezis e tre ragazzi della Primavera) come pedina di scambio per un affare contabilizzato all’incirca per 70 milioni di euro.

Vero. Forse De Laurentiis dovrebbe chiarire cosa è accaduto in questo trasferimento che ha oggettivamente qualcosa di oscuro. Non a caso, è sotto indagine della Procura di Napoli. Fermo restando che il club partenopeo, per chiudere l’affare che ha portato il nigeriano all’ombra del Vesuvio, ha comunque versato nelle casse del Lille circa 50 milioni di euro, al contrario di quanto accaduto, e scritto a bilancio, in molti dei quaranta e più casi dell’indagine Prisma che ha ‘inguaiato’ la Juve.

Perché il punto è questo. Se illecito c’è stato nell’affare Osimhen, lo stabilirà la giustizia, e sicuramente il presidente del Napoli pagherà ciò che deve pagare per l’errore commesso. Giustamente. Ma puntare il dito contro uno degli imprenditori più ligi alle leggi del nostro calcio, più attento all’equilibrio finanziario fin dal suo ingresso in questo mondo del calcio italiano in cui il rosso non è solo il colore di molte maglie, ma quello che contraddistingue la gran parte dei conti di club più o meno blasonati, rasenta l’assurdo. “A volte parlare meno sarebbe più utile“, conclude Albanese nel suo tweet. Ma anche twittare meno non sarebbe poi una cattiva idea.