Siamo orma giunti alla sesta giornata di Serie B e in coda alcune panchina cominciano a traballare seriamente.
Venezia, Pisa, Como, Modena e Perugia compongono la coda della classifica di Serie B ed è inutile dire quanto a 5 giornate dall’inizio del campionato queste panchine siano seriamente a rischio.
Oltre al Como che si è ritrovato senza allenatore per motivi di salute, anche le altre stanno attraversando un duro momento. Il Pisa è quello che fa più discutere dopo l’ottima stagione 21/22 conclusasi con il terzo poso e con una finale di play-off. Maran per ora non è riuscito a dar seguito all’operato di D’Angelo, incassando 4 sconfitte e un pareggio. Tra 3 giorni però è in programma uno scontro che ha il sapore di “ultima spiaggia” per due allenatori. Infatti alla sesta giornata si attende un punto di svolta e un pareggio non servirebbe a nessuno.
Venezia-Pisa, chi perde rischia l’esonero
Maran e Javorcic si giocheranno il futuro nella gara del Penzo prevista per il 17 settembre 2022. Il Pisa è il fanalino di coda dietro al Como, mentre il Venezia di Javorcic, tutto sommato, è a due lunghezze dalla zona salvezza. Tuttavia i rischi sono i medesimi per entrambi gli allenatori, uno dei quali ha ereditato il Venezia retrocesso dalla Serie A, mentre Maran si trova sulla panchina di chi lo scorso anno ha sfiorato la promozione nella massima serie. Anche se Maran ha qualche attenuante in più, la dirigenza in caso di sconfitta potrebbe fare dei ragionamenti “pericolosi” per il suo futuro. Per quanto riguarda Javorcic, pare ci sia stato già un sondaggio per Luca D’Angelo, manco a farlo apposta ex Pisa.
Quest’ultimo però è nel mirino del Como e la concorrenza è molto forte. Tra le due compagini ballano 3 punti e una vittoria da parte del Pisa sarebbe fondamentale per dare inizio a una ripresa verso la salvezza. I 10 goal subiti sono troppi, così come gli 8 incassati dai lagunari, che in caso di vittoria potrebbero tirarsi fuori dalla zona retrocessione, in base ovviamente ai risultati di Südtirol-Cosenza e Ascoli-Parma. L’attenzione quindi è massima e il nervosismo non è da meno, sia sugli spalti che sulle panchine.
