In esclusiva ai microfoni di SerieBnews.com, Luca Ghiringhelli traccia il momento del suo Cittadella e suona la carica in vista del Pisa
La vittoria manca dal 13 febbraio, anche se i pareggi con Monza ed Empoli danno morale e consapevolezza: “Viviamo un momento un po’ altalenante, questo è innegabile – racconta Luca Ghiringhelli, terzino destro del Cittadella, in esclusiva ai microfoni di SerieBnews.com – Sappiamo che ci sono tante squadre attrezzate lì davanti, e ora sappiamo che dobbiamo dare il 100%. Non è facile, ma sta a noi ritrovare continuità: Empoli e Monza ci hanno dato la consapevolezza che possiamo fare risultato con tutti, mentre Reggiana e Pescara quella che possiamo perdere con tutti. Fa parte del nostro DNA e del nostro modo di fare calcio”.
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Venerdì, però, il Cittadella sarà nuovamente in campo, per affrontare il Pisa di mister D’Angelo: “Ci stiamo preparando nel migliore dei modi – continua Ghiringhelli – La prepareremo come sempre, cercando di individuare i loro punti deboli e sfruttarli a nostro vantaggio. Certo, sono in gran salute, hanno giocatori forti e un’identità ben costruita dal loro allenatore. Sarà una gara molto difficile”.
A dieci giornate dal termine della regular season, il Cittadella è in piena lotta playoff e punta ad un grande finale di stagione: “Il nostro obiettivo è quello di restare nel gruppone playoff e poi vedere cosa succede – aggiunge Ghiringelli – Sappiamo che, tra un po’, avremo tanti scontri diretti e molto dipenderà da noi. Possiamo essere artefici del nostro destino, ma non dobbiamo illuderci e puntare per forza a prendere i primi due posti. Il nostro obiettivo è conquistare l’off-season, poi è chiaro: se nel finale di campionato siamo lì, allora ne parleremo”.
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Infine, una parentesi sulla quarantena e l’isolamento dal gruppo squadra. Lo scorso dicembre, Luca Ghiringhelli fu uno dei tesserati del Cittadella risultati contagiati dal Covid-19: “Quando mi fu detto di essere positivo, fu una vera doccia fredda – spiega il terzino dei veneti – Stavo benissimo, al tempo. Non avevo sentore di essere contagiato o che altro. Sono stato positivo per più di venti giorni, ma non ho mai avvertito sintomi, eccetto un po’ di spossatezza. E’ stato un periodo duro, provavamo a fare rete noi ‘contagiati’, ma anche al campo la situazione non era semplice. Mancavano tanti elementi e tra i negativi c’era tanta preoccupazione. Mentalmente, è stato davvero complicato. Adesso, dalla nostra, possiamo soltanto prestare la massima precauzione fuori dal campo e sperare che tutto possa risolversi presto”.
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