Il giovane Massimo Martino, ex promessa del Torino ritiratasi per infortunio nel 2018, ha parlato del suo rapporto con Longo
Con Moreno Longo, ai tempi in cui allenava la Primavera del Torino, Massimo Martino era quasi arrivato al punto dell’exploit calcistico. Poi un brutto infortunio ai legamenti e carriera finita, a soli 21 anni, nel 2018. L’ex seconda punta delle giovanili granata ha rilasciato un’intervista a Tuttosport in cui ha parlato del suo passato ma non solo. Sull’infortunio: “Ho iniziato a girare l’Italia per avere il parere di più specialisti possibile e tutti mi disegnavano il medesimo scenario: per continuare avrei dovuto sottopormi ad una quarta operazione di pulizia del ginocchio, con il concreto rischio di dover ricorrere a delle protesi verso i 30 anni perché ormai avevo consumato tutte le cartilagini”. Per cui la difficile decisione: “Ne ho parlato in famiglia e, insieme, abbiamo deciso che avrei appeso le scarpette al chiodo anche se appena a 21 anni”.
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Martino, i segreti di Longo: “Ci trattava da adulti”
Tra i migliori ricordi della sua breve esperienza calcistica, Martino inserisce proprio il Toro: “Sono un tifoso granata fin dalla nascita, proprio come lo sono mia mamma e mio papà”. E su Longo, attuale tecnico dei toscani: “Vive il calcio 24 ore su 24 e le partite a bordo campo come se dovesse giocarle: non è cambiato di una virgola. Ci trattava già come adulti: ci faceva vivere da professionisti anche a 17 anni. Si preoccupava della nostra alimentazione, ci dispensava consigli su come rapportarci con i vertici societari piuttosto che con i tifosi. Sembrano aspetti banali, ma a quell’età non lo sono per niente. Chi l’ha conosciuto da vicino allora è sempre stato certo che avrebbe fatto strada”.
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Il ricordo migliore che Martino conserva di Longo è il suo carisma: “Non so come facesse, ma riusciva sempre a toccare le corde giuste per farti entrare in campo con una carica pazzesca”.
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