Juventus Under 23, da Torino fiducia nel progetto: “Noi abbiamo fatto il primo passo”

Juventus (Getty Images)

L’esordio della Juventus Under 23 non ha convinto molto gli addetti ai lavori e i tifosi: dopo 5 sconfitte consecutive è arrivata la vittoria, ma la strada è ancora in salita. 

In Serie C la Juventus Under 23 non sta facendo una figura straordinaria: il progetto seconda squadra sta dando più delusioni che soddisfazioni, con ben 5 sconfitte consecutive, una striscia negativa interrotta solo nell’ultimo turno con la vittoria. Eppure, nonostante l’avvio, a Torino continuano a credere nel progetto Juventus B: “Noi siamo stati i pionieri in Italia e come club siamo tuttora convinti che sia la strada giusta. Non è un esperimento, è un progetto strutturale che vuole diventare un asset importante per la Juventus». Queste le parole di Federico Cherubini, che assieme a Claudio Chiellini è il braccio operativo del responsabile dell’area sport Fabio Paratici per il comparto squadra b.

Juventus Under 23: Cherubini esalta la squadra e assicura la fiducia bianconera

Cherubini parla del progetto Juventus B come di un esperimento pioneristico: «Alla riunione dei primi di luglio c’erano sei club di A interessati al progetto. La seconda squadra non è un’esigenza solo della Juve, ma del sistema calcio italiano: dai nostri studi più del 50% dei giocatori in prestito disputa meno del 30% dei minuti stagionali. Noi abbiamo fatto il primo passo in un quadro normativo che in quel momento era ancora incerto. Gli altri club continuano ad osservare con attenzione l’evoluzione del progetto, per esempio con il Torino ne abbiamo parlato anche recentemente». E sui risultati, cosa ha da dire il responsabile bianconero della Juventus Under 23: «Comprendiamo l’attenzione sulla nostra striscia di sconfitte, ma abbiamo una missione di medio-lungo periodo. Alla Juve perdere non fa mai piacere, ma l’obiettivo è anche fornire giocatori alla prima squadra, come è successo con Kean. Certo, se il progetto fosse partito prima della fine di luglio, sicuramente gente come Clemenza (ora al Padova, ndr) sarebbe rimasta qui».

Alessandra Curcio