Dopo anni Emanuele Filippini lascia il Brescia. Da due anni tecnico degli allievi delle rondinelle, l’ex centrocampista ha detto addio alla società lombarda esprimendo tutta la sua amarezza per non aver ricevuto l’incarico di allenare la Primavera.
Al ‘Giornale di Brescia’, Filippini ha infatti dichiarato: “Due anni fa sono tornato a Brescia per cominciare a fare l’allenatore, dando tutto me stesso per il club che mi ha cresciuto. L’altro ieri mi sono sentito dire che la panchina della Primavera, alla quale puntavo convinto di essermela meritata con il lavoro fatto alla guida di Giovanissimi e Allievi, non mi verrà data per due motivi: uno proprio perché l’ho chiesta, due perché ho mire di andare un domani ad allenare tra i professionisti. Sono rimasto molto deluso dal comportamento del Brescia”.
Ma, nonostante tutto, la storia passata insieme non si dimentica: “Resterò tifoso del Brescia, anche se mi aspettavo un altro addio. Quando venni ceduto al Palermo, tornato dal prestito di Parma, fu un affare per il Brescia. Ho oltre 500 presenze tra i “prof” e con la mia esperienza potevo raccontare aneddoti di Baggio, di Brescia-Atalanta e di come si prepara un Roma-Lazio. Anche questo è materiale di crescita per un ragazzo. Degli ultimi due anni mi resterà un ricordo splendido, ma il settore giovanile del Brescia va rifondato. C’è gente che tende a scavalcare gli altri, senza rispettare il proprio ruolo. Non lo fanno con cattiveria, ma creano problemi”.
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