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AlbinoLeffe-Reggina: seriani spreconi, amaranto opachi

L’AlbinoLeffe per tirarsi fuori dalla zona play-out, la Reggina per non vedersi scavalcata dal Verona a 5 giorni dallo scontro diretto per i play-off. Queste le tematiche che spingono le due protagoniste del posticipo di Serie B a cercare la vittoria. I padroni di casa scelgono lo schieramento a due punte con Cocco assieme a Germinale; i calabresi avvicendano i portieri, schierando Pietro Marino e non Kovacsik, e lasciano in panchina Nicolas Viola e Ragusa.

L’AlbinoLeffe impone i propri ritmi, e cerca di creare superiorità numerica sulle fasce per dare rifornimenti alle punte. La Reggina sta troppo rannicchiata, più di una volta si vede il centravanti Bonazzoli venire a difendere al di qua del cerchio di centrocampo. Missiroli e Ceravolo non ingranano, e non basta un immenso Castiglia per reggere da solo le sorti del centrocampo. Dopo un paio di occasioni per  parte, tra cui un gol giustamente annullato ad Antonio Marino, sono i bergamaschi a passare in vantaggio: al 35’, calcio d’angolo e Cocco anticipa Adejo, infilzando l’incolpevole Pietro Marino.

La Reggina prova a riorganizzarsi ad inizio ripresa: Bonazzoli scalda le mani ad Offredi su punizione. All’11’, Missiroli e Rizzato combinano per la prima volta sull’out sinistro, il cross scavalca Bonazzoli ma è Rizzo a trovare l’impatto vincente per il gol del pareggio. Gli uomini di Breda si rilassano ancora, ed i seriani ci provano in tutti i modi. Laner, Hetemaj e Cocco scagliano conclusioni da media e lunga distanza. L’imprecisione dei ragazzi di Fortunato si manifesta in particolare al 38’, quando i neo entrati Foglio e Torri confezionano e gettano al vento un’ottima occasione.

Qualche brivido nel finale, ma il risultato non cambia. AlbinoLeffe e Reggina si dividono il punto, che consente solo parzialmente ad entrambe di ottenere i propri scopi in classifica. I bergamaschi hanno convinto per condizione atletica e disposizione tattica, fallendo l’appuntamento coi tre punti solo per imprecisione. Male gli amaranto, che capitalizzano l’unico tiro nello specchio ma rimangono schiacciati per tre quarti di gara, concedendo troppo specie sulle fasce.

Paolo Ficara

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