Il calcio italiano potrebbe essere finalmente giunto a una svolta. Il presidente della Figc ha reso nota una grande novità.
I club della serie A, soprattutto dopo il Covid, hanno manifestato un’evidente crisi economica. Le società italiane, in termini di ricavi, fanno affidamento quasi esclusivamente sui diritti tv, voce che a bilancio spesso supera il 60% degli introiti.
Il bando dei prossimi diritti tv scade nel 2024, il contratto in essere con Sky e Dazn garantisce ai club della massima serie circa 939 milioni a stagione, cifra che difficilmente sarà riproposta. Oltre a questo, le società pagano quasi tutte la mancanza di uno stadio di proprietà. Non avere nel proprio patrimonio un impianto, fa sì che aumentare i ricavi spessi diventi una ‘mission impossible’.
Gabriele Gravina, al termine del workshop organizzato ieri a Roma sulla candidatura agli Europei di Calcio 2032, ha ribadito quale sia la principale lacuna del nostro calcio. “Organizzare gli Europei di calcio nel 2032 sarebbe un’opportunità, si ha bisogno di un grande evento di credibilità internazionale. In Italia siamo lontani anni luce nel processo di evoluzione nella crescita di un asset, come quello degli stadi, che è fondamentale”, ha affermato il presidente della Figc. Al momento, in serie A, ad avere stadi di proprietà o comunque in concessione, sono la Juventus, l’Udinese, l’Atalanta e il Sassuolo.
Dello stesso parere dell’inquilino di Via Allegri, anche il presidente della Lega di serie A. “Non è un problema di norme, perché ci sono e definiscono tempi precisi e non è nemmeno un problema di risorse, ma di procedura”, ha affermato al convegno Lorenzo Casini. E che la burocrazia sia un ostacolo principe alla realizzazione di strutture sportive non è un mistero. La Roma dopo sta seguendo l’iter della Legge Stadi per provare a costruire lo stadio a Pietralata, zona est della Capitale. La Lazio riflette sulla riqualificazione del Flaminio, bloccato da molti veti, da quello della Soprintendenza Nazionale – leggi soprattutto copertura – nonché quello della famiglia di Pier Luigi Nervi, autore dell’opera ai piedi della collina dei Parioli.
Proprio per accelerare tutti i passaggi per realizzare uno stadio di proprietà a breve sarà varato il cosiddetto DPCM stadi. Come riporta tuttomercatoweb.com, trattasi di un provvedimento che prevede una cabina interministeriale, una sorta di regia che dovrebbe fungere da bussola in merito a costruzione, ristrutturazione o rigenerazione urbana intorno al progetto presentato, sia esso per un nuovo stadio e per la riqualificazione di uno pre-esistente. Nell’ultimo caso parliamo di Venezia e Firenze, dove si intende dare nuova luce agli impianti attualmente in uso. Presidente di questa task-force sarà il ministro dello Sport, Andrea Abodi, ne faranno parte tutti i dicasteri coinvolti oltre a Figc, Coni ed un rappresentante della Conferenza Stato-Regioni e la presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo, ruolo occupato al momento, fino a nuova nomina, da Antonella Balduino. Importante sottolineare come il DPCM non prevede uno stanziamento di fondi, ma dovrebbe dare vita ad un fondo privato-pubblico che sia un punto di riferimento per chi volesse costruire un nuovo impianto.
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