Como nelle polemiche: “Un pugno nello stomaco”

Il direttore generale del Como, Carlalberto Ludi, ha fatto il punto sul brutto perido che sta attraversando la squadra.

Intervenuto ai microfoni de La Provincia di Como, il direttore generale del club ha fatto il punto sul brutto momento che sta passando la squadra. Il Como al momento è penultimo in classifica con sei punti, e la dirigenza si aspetta una svolta positiva immediata per il proseguo della stagione.

Il d.g fa il punto sul brutto momento del Como
Carlalberto Ludi ©LaPresse

Il d.g, sulla partita con il Modena persa 5 a 1, ha dichiarato che “non è un bel momento, ma c’è in tutti la determinazione assoluta per lavorare e tirarci fuori da questa situazione. Modena? E’ successa una cosa che non si deve più ripetere, un problema forse di approccio, di mentalità, di applicazione. La partita ci ha preso in contropiede. Ma queste cose si risolvono solo in una maniera: con il lavoro. Serve una reazione di squadra. Tutti devono lavorare per dare qualcosa in più singolarmente e mettere questo “qualcosa” in più a disposizione della squadra, del collettivo. Sembrano frasi fatte, ma è un metodo di lavoro che alla fine darà i suoi frutti”.

Carlalberto Ludi: “La squadra ha preso un pugno nello stomaco”

Il d.g fa il punto sul brutto momento del Como
Cesc Fabregas ©LaPresse

Nel corso del proprio intervento, il direttore generale, ha dichiarato di essere stato al centro sportivo dopo la brutta sconfitta spiegando che “la squadra ha preso un pugno nello stomaco. Sono tutti consapevoli di quello che è successo a Modena, nessuno pensi che la cosa sia passata così, come una sconfitta qualunque. Oggi sono stato al campo e ho trovato un gruppo più che mai convinto di mettersi al lavoro con ancora più energia di prima per raddrizzare la situazione”.

Sull’apporto di Fabregas alla squadra spiega che “Fabregas è una persona che ci sta aiutando molto. Perfettamente inserito nello spogliatoio, di grande utilità per il gruppo. La fascia è un segno di riconoscimento. Sabato, non so se avete visto, quando è entrato Bellemo, gli ha ceduto la fascia. L’arbitro lo ha bloccato, perché non si poteva. Se Bellemo sarà titolare, sarà il nostro capitano”. Sulle scelte del tecnico Longo, ha aggiunto che “4-3-1-2 di Longo? Per le questioni tecniche dovete chiedere a lui. Credo che abbia voluto dare continuità a questo percorso, credo che anche lui intraveda una strada in questo senso. Comunque quando si prendono quattro gol da calcio da fermo, parlare di moduli fa un po’ ridere“.

Continua il proprio intervento parlando dei tifosi e della squadra aggiungendo che “I tifosi sono importanti per noi. Il fatto che ci abbiano seguito in tanti è una bella cosa. Quando abbiamo avuto modo di confrontarci, abbiamo trovato sempre molta disponibilità ad ascoltare, a capire. Questo è bello e importante. Se vogliamo uscire da questa situazione, dobbiamo essere tutti dalla stessa parte, questo mi pare evidente. credo che questa squadra abbia il potenziale per togliersi delle soddisfazioni, nella serie B più difficile che abbia mai visto. Credo ancora assolutamente che questa squadra possa decollare. Lo farà se si lavorerà di squadra, se tutti avranno in testa l’unica idea fissa di aiutare il compagno e dare qualcosa in più. Il gruppo che ho visto al lavoro oggi, sono sicuro che la pensa come me. Il gruppo è coeso e si aiuta, nessun problema di questo tipo”.

Infine, chiude l’intervento parlando del proprio operato spiegando che “Io sono diventato dg nella primavera del 2021. Siamo stati promossi in B e l’anno dopo ci siamo salvati. Dunque, le cose sono andate benino. Ogni stagione è diversa da un’altra, e adesso è normale che il 100% dei miei sforzi sia dedicato al campo. Ma trovo il tempo per portare avanti le altre situazioni, tra cui lo stadio. Consentitemi di dire, perché ci tengo, che sono orgoglioso di aver avuto un ruolo nel processo che ha portato il Como ad avere un nuovo centro sportivo, un passo storico per la società che rimarrà nel tempo, anche quando non ci sarò più io. Adesso però penso al campo. Bisogna , e parlo per me, morire sul campo, lavorare ogni momento per migliorare e pensare a come poter progredire, per migliorare le prestazioni”.