Il solito Zeman si è lasciato andare durante una lunga intervista ai microfoni de “Il Messaggero”: tanti i tempi toccati dall’allenatore boemo
Un fiume in piena. Ai microfoni de “Il Messaggero” l’allenatore boemo, Zdenek Zeman, è tornato a parlare della Serie A svelando chi potrebbe mettere il bastone fra le ruote alla Juventus: “L’Inter. Oppure il Napoli che però non ha segnato per due partite di fila. Mai successo. Da Ancelotti ci si aspettava di più: l’anno scorso ha conosciuto i calciatori. Adesso tocca a lui”. Poi ha aggiunto: “La rosa della Juve è superiore. Ma Conte se la gioca sul fisico, ha una buona squadra e vuole che i giocatori si comportino come era lui in campo. Un cagnaccio. Lo apprezzo: è tra i pochi che riesce a guidare un gruppo. Gli altri, invece, sono gestori”. Poi su Sarri: “Non è quello di Napoli. Non credo che a Torino, però, rinunci al suo credo. Ci vuole più tempo. Chiede di giocare a un tocco e bisogna quindi imparare il resto. Come muoversi in campo”.
Su Fonseca, invece, il boemo ha espresso la a sua idea: “Dal vivo sono andato all’Olimpico solo per la gara contro l’Atalanta. Non ho visto il calcio offensivo e aggressivo. Parlare è un conto, poi mettere in pratica sempre un altro. E l’Ucraina, come campionato, non è l’Italia. Lui sta cambiando tanto, anche il sistema di gioco. Quando lo ha fatto Di Francesco, alla fine ha perso il posto”. E poi sul paragone con lui ha rivelato: “La solita offesa al mio gioco. Lo dicevano solo perché prendeva troppi gol”. Sull’addio di Totti e De Rossi ha, poi, dichiarato: “Torneranno, ma con le condizioni giuste. Francesco ha dovuto dire basta perché lo utilizzavano solo a scopo pubblicitario. È triste che sia finita così perché per anni è stata la Roma di Totti. Oggi è la Roma di nessuno: il presidente non si sa dove sia”.
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Lo stesso boemo, poi, ha svelato dove potrebbe tornare ad allenare: “Non i campioni del mondo, ma in un club dove l’allenatore consiglia i giocatori. E a loro insegna. Ora i presidenti fanno la squadra con i procuratori. Quando alla Roma mi mostrarono cinquanta centrali difensivi, in dieci secondi scelsi Marquinhos. E dicono ancora che lo hanno preso loro. Lo misi terzino, come Nesta. Quando sono giovani, di lato fanno meno danni. Ma avete visto quanto è diventato forte Alessandro. Adesso l’altro fa addirittura il mediano in mezzo. Ma sa che cosa fare: quando conquista la palla, la appoggia a Verratti”.
E, infine, Zeman ha svelato anche la possibilità di tornare a guidare una squadra di un un settore giovanile: “A Palermo feci salire sessanta giocatori nel professionismo. Ora ti impongono gli stranieri. Viene privilegiato il business. Io penso sempre alla prima squadra. E alla Nazionale. Con la Lazio diedi otto giocatori a Sacchi. E con la Roma ho sempre avuto tanti azzurri”.
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