Reddito di cittadinanza agli arbitri, ecco la proposta di Nicchi

Il presidente dell’AIA Marcello Nicchi ha lanciato una proposta parecchio ardita: dare il reddito di cittadinanza anche agli arbitri. Scopriamo come funzionerebbe

Nicchi
Nicchi (Getty Images)

Questa è davvero bella, sicuramente originale. In un un momento in cui si discute tanto di reddito di cittadinanza, a chi spetta e chi invece può farne a meno, la proposta del giorno arriva sicuramente da Marcello Nicchi, presidente dell’Associazione Italiana Arbitri. Nicchi, ex arbitro e ora capo del dipartimento delle (ex) “giacchette nere” italiane, ha anticipato in un’intervista a Radio Anch’Io Sport il progetto a cui si sta lavorando per rendere più adeguato il sostegno economico ai direttori di gara: un reddito di cittadinanza per gli arbitri. Tutto vero: gli arbitri avranno un sistema di supporto economico quando sono costretti a lasciare il proprio lavoro, almeno nei progetti di Nicchi. “Ci sono dei professionisti che, per arbitrare in Serie A e in Serie B, lasciano il proprio lavoro e si ritrovano senza nessuna fonte economica al termine della carriera – ha spiegato Nicchi – Il fondo di solidarietà sarebbe di durata biennale, per aiutare queste figure a ricrearsi una vita in attesa di una nuova professione”.

Arbitri, Nicchi parla del VAR professionista: “Ci stiamo pensando”

La proposta di Nicchi è sostanzialmente questa: gli arbitri che avranno raggiunto il limite di età e andranno quindi ‘in pensione’ potranno specializzarsi come figure VAR. In questo senso gli ex direttore di gara porterebbero la loro esperienza con l’obiettivo di velocizzare le decisioni e aumentarne la qualità, facendo anche da chioccia ai meno esperti. “Non è escluso che in futuro possa crearsi un gruppo ristretto di esperti al VAR. Servono personalità con l’attitudine giusta, la loro esperienza sarebbe preziosa”, ha ribadito Nicchi. In questo senso di supporto ai direttore di gara diverrebbe sostanzialmente un incentivo per potenziare il sistema arbitrare a Coverciano. Senza dimenticare il progetto di istituire una sala VAR unica a Coverciano: secondo Nicchi in questo modo si risparmierebbero risorse economiche e si metterebbero gli addetti VAR a loro agio, scaricandoli di pressioni.