Reddito di cittadinanza, stop ai pregiudicati: la norma anti-Spada

La misura assistenziale proposta dal Movimento 5 Stelle non è prevista per chi ha guai con la legge: no al reddito di cittadinanza per “colpa” degli Spada

Di Maio Salvini politici italiani
Di Maio e Salvini (Getty Images)

Fra le varie novità previste dal reddito di cittadinanza c’è anche una misura restrittiva prevista che chi ha problemi con la giustizia. I pregiudicati, infatti, non potranno richiedere in alcun modo il RDC, anche qualora si trattasse di condannati con sentenza non definitiva se il reato è di tipo mafioso o terroristico o se è una truffa aggravata per ottenere finanziamenti pubblici. In una nota ufficiale, la capogruppo M5S in commissione Giustizia, Angela Salafia, ha spiegato che chi ha dei problemi con la legge non può accedere ai benefici del reddito come tutti gli altri. Una risposta forte alle polemiche dei giorni scorsi in merito ad alcune richieste che avevano fatto un po’ scalpore.

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Gli Spada chiedono il reddito di cittadinanza: è polemica

Il problema era sorto soprattutto dopo la diffusione di una notizia secondo la quale alcuni esponenti degli Spada, una delle famiglie criminali leader a Ostia, avevano richiesto il reddito di cittadinanza, risultando nullatenenti. E infatti è stata chiamata proprio “norma anti-Spada” l’emendamento al decretone presentato dalle relatrici Dalila Nesci (M5s) e Elena Murelli (Lega), finalizzato a fermare l’erogazione del reddito e della pensione di cittadinanza a chi ha subito una misura cautelare personale. Lo stop sarà valido “anche all’esito di convalida dell’arresto o del fermo”, o se si tratta di una condanna “anche non definitiva”. La sospensione vale anche per i latitanti o per chi “si è sottratto volontariamente all’esecuzione della pena”.