Il rammarico di Pasquato per la stagione del Padova

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SERIE B PADOVA PASQUATO DICHIARAZIONI CONFERENZA STAMPA / PADOVA – Dopo la stagione disgraziata che sta ufficialmente per concludersi, il sentimento che domina l’ambiente padovano è la voglia di rivalsa, mista però a un evidente rammarico.

Rammarico che è stato espresso chiaramente ieri in conferenza stampa da Christian Pasquato, talento biancoscudato che, come riportato dal sito ufficiale del club, ha dichiarato: “Purtroppo è finita male, è stata un’annata difficile sin dalle prime settimane. Perché è andata così male? Di perché se ne possono trovare tantissimi, ma credo che ora non ci sia niente da dire o da aggiungere. Quello che è successo ieri posso condividerlo e capirlo da tifoso, ma le parole sono state forti. Fanno parte del gioco, ma io ho sempre messo il gruppo davanti a tutti. Posso capire che la gente si aspettasse di più da me, ma le cose che mi hanno detto ieri sono state dure. Io sono venuto qui e rimasto a gennaio con grande convinzione. Se siamo retrocessi è perché ognuno di noi non ha dato tutto ciò che poteva dare. Possiamo chiedere scusa alla città, alla società e ai tifosi, ma purtroppo è finita così… Io la scelta di venire a Padova la rifarei comunque altre mille volte, io dovevo far bene non solo perché sono padovano, ma soprattutto per la mia carriera, ma è stata un’annata dalle mille difficoltà e ne abbiamo risentito tutti, dal presidente all’ultimo dei magazzinieri. Io tornerò ad Udine e non so che ne sarà del mio futuro, ma mi auguro che nella prossima stagione la società biancoscudata faccia di tutto per tornare in alto perchè la gente lo merita. Mutti? Non siamo andati a chiedere l’esonero, ma ad elencare al presidente i problemi e le difficoltà che avevamo all’interno del gruppo, e credo che queste difficoltà si vedessero anche in campo. Nonostante qualche vittoria e i punti portati a casa, secondo me non c’era feeling, ma a vedere com’è finita forse il problema non era l’allenatore ma noi. Se tre allenatori non riescono a trovare un’identità di gioco, un modulo, gli interpreti, perchè ogni sabato cambiano 3 o 4 giocatori, il problema non sono loro, ma noi. Pentito di averlo fatto come ha detto Valentini? Assolutamente no, se l’abbiamo fatto era perché volevamo rialzarci, ma se ci fossimo salvati avrebbero detto che sarebbe stata una scelta azzeccata. Problemi di gruppo? Screzi no, effettivamente il gruppo è mancato, è una cosa che ho percipito fin da quando c’era Marcolin, è stata una delle cause principali. Se squadre più scarse di noi lottano per i playoff tanto scarse non sono, hanno fatto del gruppo la loro forza. Mi aspettavo di essere bersagliato dalle critiche, posso capire che la gente si aspettasse più da me come in primis mi aspettavo di più da me stesso, fa parte del calcio ed è esperienza di vita. Il malumore con Mutti era stato portato all’attenzione di Alessio Secco? Io personalmente con il direttore non ho mai parlato, ma essendo uno di spogliatoio credo l’avesse percepito, non so se qualche compagno abbia parlato con lui. Mi spiace come siano finite le cose visto che con lui sono molto legato, però anche questo fa parte del calcio. Il fatto di andare dal Presidente noi l’abbiamo interpellato dopo Siena, successivamente ci ha interpellato lui. Noi il messaggio l’avevamo dato e pensavamo di essere stati chiari, pensavamo che la cosa fosse chiusa. Poi il 1 febbraio è accaduto l’esonero, possiamo stare a parlarne giorni, non è nemmeno questo il problema, è un problema di nove mesi. Noi come punto di riferimento avevamo Alessio Secco, con Valentini avevamo poco rapporto, non lo sto colpevolizzando di qualcosa, Secco però aveva più responsabilità quindi ci appellavamo a lui. Secco che ci ha mandato dal Presidente? No, ho letto tante cose anche non belle, non ci ha mandato lui per far tornare Marcolin, non è stato cosi. Un ritorno di Marcolin? Che ci trovassimo bene con lui non possiamo nasconderlo, ha lavorato per 7 partite con 15-16 giocatori e 10 infortunati, con giocatori che non hanno fatto il ritiro e al 60° erano cotte, compreso io, con partite che non meritavi di perdere e hai perso. Con Mutti non c’era sintonia, ma oggi bisogna dirlo, il problema non era Mutti, ma siamo noi”.