I tweet di Icardi più del ricordo di Morosini: un’assurda vergogna, tutti responsabili

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SERIE B ICARDI MOROSINI / MILANO – Permettetemi di essere indignato. In questi giorni decorre il secondo anniversario della comparsa di Piermario Morosini, uno dei volti puliti e innocenti del calcio che ci ha lasciato per sempre. Due anni in cui pochi l’hanno ricordato con costanza, come esempio, come un patrimonio del nostro ricordo.

E in questi giorni in cui dovremmo tutti, dal primo all’ultimo appassionato di calcio, tenere forte e presente il suo ricordo, che facciamo? Ci abbandoniamo all’esasperante esigenza di vendere prodotti? Alle richieste del consumatore? Alla nostra smania di arrivare primi e di assecondare le nostre machiavelliche inclinazioni? No, francamente, questo è troppo.

Perché in questi giorni, guardando tg e giornali sportivi, si parla delle corna fatte da Icardi con la sua mano sul volante della sua auto (non voglio commentar questi episodi per non cadere in facili volgarità…), dei suoi tweet, delle sue esultanze provocatorie. Ma si parla anche della non esultanza di Montolivo come segno di protesta verso Seedorf, si parla di stage Mondiali, di calciomercato, di Balotelli. E poi? Poi un assordante e assurdo silenzio. Perché il nostro calcio e la nostra mentalità non sono tagliati per il ricordo, per la voglia di portare con se’ il peso di un tragico avvenimento che dovrebbe averci segnati tutti. E invece no. Siamo tutti pronti a insultare chi si prende gioco del cornuto di turno, chi prende le sembianze di un bambino viziato, chi fa tutto meno che il calciatore.

Forse è volontà di non affrontare la realtà, forse è un modo per nascondersi, per non parlare del tragico, ignoranza, o forse è semplicemente sete di denaro. Fatto sta che, a due anni dalla scomparsa di Morosini, poco o nulla è cambiato, purtroppo, come non è cambiato il modo di fare calcio, di parlare di calcio, di affrontare le tragedie e la vita. Permettetemi di essere indignato, e non per perbenismo o per moralismo, ma per vergogna.