Il Presidente del Trapani Morace racconta la sua squadra

Presidente Vittorio Morace (getty images)
Presidente Vittorio Morace (getty images)

 

TRAPANI MORACE – Il Presidente del Trapani Vittorio Morace ha concesso un’intervista al Corriere dello Sport dove ha parlato della sua storia alla guida del club siciliano. Eccone alcuni passaggi: ”Quando ho preso la società, il calcio non significava nulla per me. Ero solo tifoso del Napoli ma con distacco. Mi è bastato poco per rendermi conto della passione che smuove un pallone. L’impegno finanziario è notevolissimo, ma fortunatamente nel nostro caso all’incremento delle spese è corrisposto un avanzamento continuo di categoria. Non le dico quanto mi costa un anno di gestione perchè suonerebbe male, ma assicuro che oggi è un sacrificio che vale la pena. Un giorno avevo deciso di mollare tutto. Eravamo ancora in D, non riuscivamo a risalire, mi dissi: basta. Ma i tifosi vennero sotto la sede dell’Ustica Lines a chiedermi di andare avanti. E due anni fa perdemmo il play off col Lanciano. Ci era sfuggita la B, la gente piangeva e contestava, ma per me ci furono solo parole di conforto. Il calcio rappresenta anche un modo di pensare a cose diverse dalle storture della vita. E ho deciso di continuare. Ci consideriamo davvero una famiglia, dove non c’è distacco fra società e dipendenti. Vede, in questo ambiente si parla sempre di costi e plusvalenze. Ma secondo me, nel calcio la gestione non può essere affaristica al 100%, ci vuole anche, come dire, umanità. Nelle valutazioni del Trapani c’è sempre la capacità di emozionarci. Serie A è una parola che si può dire? No e neppure play off. Nel calcio domina la scaramanzia, e poi io sono pure napoletano… Ma se continuiamo così e ce lo meritiamo, certo che ci pensiamo. In ogni caso, abbiamo già un progetto futuro. Lo stadio andrebbe adeguato, c’è lo spazio per arrivare a 15.000 posti. E dalla prossima stagione, rifaremo il fondo trasformandolo in misto di erba naturale e sintetica”.