Alberto Brignoli della Ternana e il mito di Marco Pantani

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SERIE B EUROBET ALBERTO BRIGNOLI TERNANA – TERNI Il portiere della Ternana Alberto Brignoli e la sua passione per la bicicletta nata con il mito di Marco Pantani

Dieci anni senza Marco Pantani. Il 14 febbraio 2004 il campione di Cesenatico venne trovato senza vita in un albergo di Rimini nella giornata di San Valentino, patrono di Terni. E’ proprio il portiere della Ternana Alberto Brignoli a raccontare la sua particolare storia, alla Gazzetta dello Sport, legata al Pirata “Volevo fare il ciclista, ho smesso ad otto anni quando venne fermato a Madonna di Campiglio” (Era il 5 giugno 1999 e il romagnolo in maglia rosa al Giro d’Italia venne espulso alla vigilia della penultima tappa, dopo un controllo previsto dall’UCI, a causa di un tasso di ematocrito sopra il 50%)  La storia tra Brignoli e le due ruote nacque quasi per caso “Tutti i miei amici giocavano a calcio, io ho scelto la bici. C’era una squadra nel mio paese guidata da un sacerdote. Poco alla volta ho cominciato ad amare questo sport, mi allenavo tutti i giorni e scoprivo sensazioni uniche, pedalavo anche per venti chilometri a uscita. Poi mi è mancato il punto di riferimento, la mia stella polare ovvero Marco Pantani. Così dopo l’espulsione dal Giro ho preso la bici e l’ho parcheggiata in garage. Mio padre mi disse che doveva scontare una squalifica di quindici giorni, ed invece passarono mesi….”

Questo il ricordo di Alberto Brignoli sul vincitore del Giro D’Italia e del Tour de France del 1998, ultimo corridore a realizzare tale doppietta “Marco ha pagato per tutti, tra l’indifferenza del suo mondo, credo che questa sia stata la cosa che più lo ha ferito. Aveva dato il massimo per il ciclismo, accedendo speranze ed entusiasmato in milioni di persone. Era uno vero, in bici non puoi bluffare. La gente lo ha capito e non ha mai smesso di amarlo. Tra l’altro forse avevamo caratteri simili pure nell’interpretare lo sport: lui era un po’ il portiere dei ciclisti ovvero imprevedibile e istintivo”