Il Pescara, come il Torino, è stato promosso in Serie A nella giornata di ieri dopo la straordinaria vittoria di Marassi contro la Sampdoria. Un 3-1 che ha sancito la matematica promozione nel massimo campionato da parte degli abruzzesi. Riviviamo insieme la cavalcata dei biancoazzurri di quest’anno.
Dopo una buona stagione scorsa con in panchina Di Francesco, partito in estate per la Serie A col Lecce, il Pescara chiama in panchina uno dei tecnici più discussi del panorama italiano, quel Zdenek Zeman, amato e osannato dal pubblico, che nel frattempo era tornato a Foggia in Lega Pro lo scorso anno. Si sceglie di costruire una squadra giovane, con ragazzi presi in prestito o in comproprietà come gli stessi Immobile e Insigne. Nelle prime sette giornate si intuisce subito che ci si potrà divertire, anche se non fino al punto dove sono arrivati Verratti e compagni: 4 vittorie e 3 sconfitte, con 18 gol fatti e 16 subiti. Dopo la sconfitta a Castellammare contro la Juve Stabia alla 6^giornata, il Pescara si ritrova decimo in classifica, con distacchi comunque contenuti dai primi e quello sarà il punto più in basso dove si è spinto il ‘Delfino’ in classifica. Dall’8^ alla 16^giornata il Pescara non perde un colpo e risale posizioni in classifica facendo vedere un gran bel gioco. Gli abruzzesi si assestano nelle prime 2-3 posizioni della classifica, ma al termine del girone d’andata si ritrovano quarti, dopo alcune sconfitte pesanti come quelle con Torino e Grosseto. Tutto sommato, un girone d’andata ottimo, ma altalenante. Le cose si risistemano tra gennaio e febbraio, mentre successivamente, complici alcuni rinvii di partite per il maltempo che hanno colpito la città abruzzese, arriva il brusco calo che ha fatto temere il peggio a tutti i tifosi biancoazzurri: tra Ascoli, Bari e Varese arrivano zero punti e tante sicurezze che crollano. Quello è il punto più basso della stagione del Pescara, ma fortunatamente per Zeman anche l’unico, visto che poi la squadra saprà reagire bene e a riprendersi alla grande fino a fine stagione, nonostante altre difficoltà che si sono abbattute sul club, come la morte sul campo di Piermario Morosini nel match contro il Livorno e quella di Franco Mancini, preparatore dei portieri, alla vigilia del match col Bari. Con la Sampdoria, poi l’apoteosi. Alcune partite da ricordare sono la prima col Verona al Bentegodi alla prima giornata, una delle due squadre assieme al Torino a violare il Bentegodi, il 5-3 sull’Albinoleffe alla 7^giornata, la partita che per lo stesso tecnico boemo era stata quella dove si era vista la massima espressione del suo calcio, il 3-0 a Brescia contro una squadra in quel momento al massimo della forma, il 4-1 nel derby con l’Ascoli, l’1-0 contro la Sampdoria in un Adriatico per la prima volta pieno in stagione, quando si è cominciato a capire dove sarebbe arrivata questa squadra, i 6-0 a Padova, vittoria clamorosa, e al Vicenza nel giro di tre giornate, la vittoria sul Torino capolista della settimana scorsa e quella ampiamente già descritta di Marassi con la Sampdoria di ieri.
di Marco Orrù
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