Brescia, Calori risponde a Corioni: “Ho fatto un lavorone”

Alessandro Calori

Alessandro Calori non ci sta. Il tecnico del Brescia ha risposto in conferenza stampa al suo presidente Corioni, che nei giorni scorsi aveva detto di essere “contentino” del suo operato: “Contentino? Ma io ho fatto un lavorone, non un lavorino. Qualcosa di fantastico. Se fossimo arrivati ai playoff sarebbe stato superlativo. Ma non bisogna dimenticare come stavano le cose quando sono arrivato. Quando sono arrivato mi era stata chiesta una cosa: salvare il Brescia. La situazione non era delle migliori. Ho accettato di istinto. Sono venuto per dare una mano, in un contesto difficile. Abbiamo fatto qualcosa di concreto e lo dicono i numeri. Record che resteranno, come l’imbattibilità di Arcari e le cinque vittorie esterne consecutive. Merito dei giocatori. Se il lavoro si è svolto in un certo modo devo dire grazie a loro, che hanno dato tutto e anche di più con la massima disponibilità. Chiaro, piacerebbe sempre fare meglio. Nell’ultimo periodo i risultati sono venuti a mancare, dopo la sconfitta con il Varese le possibilità di andare ai playoff sono pressoché zero. Mi secca aver perso l’ultima gara con un arbitraggio, quello di Nasca, che non mi è piaciuto. E io non parlo spesso di arbitri.  L’espressione che usa il presidente va presa per quella che è. Non è che io non la valuti, ma ho la fortuna di conoscere bene il presidente da tempo, sono stato suo giocatore, so che è un provocatore, ama lanciare i messaggi, E ha lanciato un messaggio. Ne tengo conto. Ma è un messaggio anche il contratto in essere”. Il contratto di Calori prevedeva infatti un’opzione per il rinnovo automatico in caso di salvezza. Dietro le perplessità di Corioni, ci sarebbe uno scarso utilizzo – secondo il presidente – dei giovani: “Mi sembra di averne valorizzati diversi – ribatte il tecnico -. Il Brescia è probabilmente la squadra più giovane della serie B. Quello che è stato fatto è sotto gli occhi di tutti: Jonathas ha realizzato 16 gol, El Kaddouri ne ha fatti 8. Hanno giocato Daprelà, che sta diventando un terzino di valore, Caldirola, Rossi che è in comproprietà. Elementi che sono cresciuti, valorizzati nel corso della stagione. Da chi dipende la mia permanenza? Da entrambi. Cerchiamo di concludere al meglio, poi ci siederemo a tavolino, io e la dirigenza, e valuteremo insieme se ci sono i presupposti per proseguire il cammino o no. Ho un contratto. Non intendo litigare. Dobbiamo parlare. Decideremo con razionalità e serenità. Bisogna regolarsi in base alle possibilità dei datori di lavoro. Si ascoltano i progetti e si decide se sottoscriverli”.