Reggina-Verona, ESCLUSIVO/ per l’Hellas minimo sforzo e massimo risultato

Andrea Mandorlini

Le premesse di Reggina-Verona vedono un’intera piazza ad attendere la rivincita dello spareggio di 11 anni fa. Invece la cornice di pubblico rispecchia l’andazzo delle ultime stagioni degli
amaranto, e di battaglia in campo se ne vede ben poca. Breda ha bisogno assoluto di una vittoria per dare un senso alla stagione, ma anche Mandorlini insegue la promozione diretta. Entrambi badano parecchio, per non dire esclusivamente, alla fase difensiva.

Le squadre si conoscono bene, e cercano di annullare gli uomini più pericolosi. D’Alessandro
segue Hallfredsson in ogni zolla del campo, mentre Gomez si impegna per non lasciare Cangi
nell’uno contro uno con Rizzato. Le emozioni della prima frazione arrivano in apertura: Ferrari
viene servito sul filo del fuorigioco, ma Belardi è superlativo sia in prima che in seconda battuta; il suo collega Rafael è bravo ad intuire le intenzioni di Ragusa, che da posizione favorevole preferisce tentare l’assist per Alessio Viola.

Nella ripresa non cambia l’andazzo. Partita ingessata e pubblico che va di pari passo. Gli
applausi più convinti arrivano quando Bonazzoli si alza dalla panchina ed inizia a scaldarsi.
Mandorlini prova a levare Hallfredsson dalle grinfie di D’Alessandro, e l’islandese scheggia
il palo con una conclusione dalla distanza. I padroni di casa si proteggono bene e provano a
pungere in contropiede, ma la classifica imporrebbe ben altro tipo di atteggiamento. A venti
minuti dal termine, Breda consente a Bonazzoli di riassaggiare il campo. Gli scaligeri sornioni
limitano le proprie incursioni, ma a 600 secondi dal 90′ Berrettoni approfitta di un liscio di Angella e gela il Granillo con una precisa stoccata.

Anche stavolta, la Reggina si è tenuta le briscole in mano fino alla fine, ma non può andare sempre bene. L’Hellas ottiene sicuramente più di quel che merita, ma ha almeno mostrato di essere più squadra.

di Paolo Ficara