Reggina-Verona, ESCLUSIVO/ clima da doppia vendetta

24 giugno del 2001. Reggina e Verona arrivano allo spareggio per la permanenza in Serie A, entrambe dopo una stagione travagliata. All’andata, gli scaligeri si impongono in casa per 1-0, grazie ad un preciso stacco di testa del danese Laursen. I ragazzi allenati da Attilio
Perotti
hanno sicuramente prospettive importanti, davanti a sé. Oltre al centrale, che in futuro vestirà la maglia del Milan, c’è gente come Camoranesi e Mutu. Tre giorni dopo però, tocca al cuore amaranto pulsare al “Granillo”.

Circa 30000 spettatori accolgono i rivali, e mister Franco Colomba sceglie una formazione offensiva pur lasciano in panchina Dionigi e Marazzina, ovvero gli attaccanti titolari. Nel primo tempo i padroni di casa sono travolgenti, e vanno in rete  con Zanchetta e Cozza. A cinque minuti dal termine, la doccia fredda: Michele Cossato elude la trappola del fuorigioco, salta il portiere Taibi con un pallonetto ed insacca da pochi passi.

Le lacrime dei tifosi calabresi si ritorcono contro i sostenitori dell’Hellas, che l’anno successivo sono costretti a salutare la Serie A, proprio mentre la Reggina vi risale prontamente. Tutto ciò non è bastato a placare l’amarezza e la voglia di rivalsa in riva allo Stretto: al di là dei tipici derby, il Verona è ormai visto come un acerrimo nemico. Domani sera, il “Granillo” vorrà consumare la propria vendetta.

Gli scaligeri sono tornati in B l’estate scorsa, vincendo un altro spareggio contro la Salernitana, i cui tifosi sono gemellati proprio con quelli della Reggina. Allo stadio è prevista una nutrita presenza di tifosi campani, che vedono la propria squadra del cuore in Serie D dopo quell’infausta partita. A loro, il tecnico Andrea Mandorlini ha dedicato un coro di pessimo gusto, ad un mese di distanza. Gli ultras salernitani se la sono legata al dito.

Le attenzioni saranno dunque rivolte verso l’allenatore del Verona, che mediaticamente non ha mai fatto nulla per nascondere la propria antipatia verso il meridione. Anche il collega Roberto Breda deve togliersi un sassolino dalla scarpa: ironia della sorte, è proprio il biondo trevigiano ad aver guidato la Salernitana, nello spareggio perso contro gli scaligeri nel giugno scorso. C’è aria di rivincita a Reggio Calabria.

Paolo Ficara