Nocerina, ESCLUSIVO/ Roberto Merino è l’arma in più dei molossi

Roberto Merino

 

Dopo la partita persa contro la Sampdoria sabato scorso, la Nocerina sa che non è ancora tutto perduto per il mantenimento della categoria, la classifica lo conferma e dallo stadio genovese i molossi sanno di avere una carta in più che le altre concorrenti alla salvezza non hanno. Stiamo parlando di Roberto Merino, trequartista peruviano classe ’82, genio e sregolatezza. Il ragazzo è arrivato in maglia rossonera a gennaio, prelevato dai peruviani del Juan Aurich, dopo una precedente esperienza alla Salernitana negli anni scorsi, e si è subito imposto nell’undici titolare di Auteri a suon di giocate sopraffine e reti importanti. Del suo estro ce ne eravamo già accorti nella sua precedente esperienza italiana, ma sapevamo anche delle sue bizze dentro e fuori dal campo. Il classico uomo in più quando è in giornata e quello in meno quando non imbrocca il pomeriggio giusto. In maglia rossonera ha collezionato finora 8 presenze e 3 reti, praticamente tutte decisive: il pareggio contro il Bari al suo esordio con la Nocerina, il gol del vantaggio al ’90 contro il Gubbio e la rete del sigillo alla vittoria contro il Verona la settimana scorsa. In più, un assist decisivo per la prima rete di Negro alla Juve Stabia nel derby. Anche contro la Sampdoria, Merino è stato uno dei migliori della sua squadra, producendo quasi da solo tutte le azioni pericolose dei suoi. E qua sorge un difetto. Delle volte il peruviano è troppo individuale nelle sue giocate e fa sempre quel dribbling di troppo che fa sfumare una giocata fatta bene. A Marassi è successo due-tre volte che il numero 33 dei molossi abbia preferito un dribbling in più, piuttosto che servire un compagno messo meglio, facendo finire l’azione con un nulla di fatto. Tra le squadre impegnate nella lotta salvezza, nessuno sembra avere un uomo come Merino, uno capace di risolvere la partita in qualsiasi momento. Ha bisogno solo di un pò di concretezza in più, sia nell’ultimo passaggio, sia nella conclusione. Ma mister Auteri se lo tiene ben stretto. La salvezza passa anche e soprattutto dai suoi piedi.

di Marco Orrù