Serie B, Gabionetta e Merino, quando il talento da solo non basta

Crotone e Nocerina annoverano tra le loro fila due giocatori sudamericani che tecnicamente non hanno nulla da invidiare a parecchi loro colleghi, anche di categorie superiori. Il loro problema è il carattere, troppo fumantino e troppo superficiale, almeno per quanto riguarda il loro mestiere di calciatore, tipico dei giocatori del Sud America. Sono croce e delizia delle loro squadre e proprio in questo weekend si è vista tutta la loro incoerenza. Il peruviano era stato escluso dall’undici titolare da mister Auteri alla vigilia del match odierno contro il Torino per un ritardo agli allenamenti del giorno prima, per non specificati motivi, mentre il brasiliano ha contriubuito alla sofferenza della sua squadra, con un inopinata espulsione sull’1-0 per il Grosseto. Due giocatori fondamentali per le loro squadre, fatti fuori dalla loro stessa esuberanza.

Anche tutta la carriera dei due è caratterizzata dal ‘vorrei, ma non posso’. Roberto Merino è alla sua ennesima esperienza in Europa e alla sua seconda in Italia e a 29 anni è la sua ultima chance di giocare a buoni livelli. Già in Italia dal gennaio 2009 nelle file della Salernitana in Serie B, la sua prima esperienza nel nostro Paese era stata caratterizzata da buone giocate sul campo e da brutte prestazioni fuori dal terreno di gioco. A Salerno è rimasto fino al gennaio 2011 prima di far ritorno in Perù, da dove è stato ripescato dalla Nocerina. Sopraannominato ”Il Maradona delle Ande”, con la maglia rossonera ha fin qui disputato tre partite e ha già segnato la rete del pareggio contro il Bari. Se mister Auteri riuscirà a domarlo fuori dal campo, la Nocerina avrà trovato un ottimo giocatore per il rush finale.

Denilson Gabionetta, invece, è in Italia dal grnnaio 2008, prelevato dal Pisa dai brasiliani dell’Hotolandia. Dopo un altra esperienza con la maglia dell’Albinoleffe, sbarca a Crotone nella stagione 2009/2010 dove esplode definitivamente: 31 presenze e 9 reti. In Calabria è in prestito e l’anno dopo fa di tutto per non tornare a Crotone, convinto di andare in una squadra più blasonata dei calabresi. Finisce fuori rosa nel club brasiliano che per punizione non lo cede nell’estate 2010 e lo fa fermare di fatto per sei mesi. A gennaio dello scorso anno trova il Torino disposto a sobbarcarsi tutte le battaglie legali per farlo arrivare in Italia, con l’Hortolandia che vorrebbe tenerlo ai margini della propria rosa. In maglia granata, la sua prima grande occasione, falisce completamente, anche per colpa di un inserimento nel gruppo mai avvenuto definitivamente. Punto e a capo. A fine stagione è di nuovo prigioniero del piccolo club brasiliano, ma tuttavia, riesce a tornare al Crotone, negando qualsiasi suo rifiuto l’anno precedente, quando sembrava potesse proseguire la sua carriera con la casacca rossoblù. Riconquista il pubblico a suon di prestazioni, ma le ‘uscite di testa’ non mancano. Finora sono 19 le presenze totali, tre le reti e due le espulsioni, che per un trequartista raffinato come lui sono fin troppe. Alterna partite dove ci si chiede cosa ci faccia in Serie B, ad altre dove è solamente d’intralcio alla squadra.

E’ proprio vero, quando il talento da solo non basta…

di Marco Orrù