Torino, Oduamadi:”Ho detto no alla Juve Stabia perchè ho una grande obiettivo con questa squadra”

Nnamdi Oduamadi

 

E’ tornato protagonista nella partita col Vicenza della settimana scorsa, dopo un infortunio che l’ha condizionato per tutta la prima parte di stagione. Stiamo parlando dell’esterno offensivo del Torino Nnamdi Oduamadi, che ha concesso un interessante intervista al quotidiano ”Tuttosport”. Vediamone qualche passaggio:”Ora sto bene, ma so che non mi devo fermare qui e dovrò dare molto di più per poter essere confermato tra gli undici iniziali. La concorrenza è forte, in più adesso si è aggiunto uno come Pasquato e fra poco tornerà anche Guberti. L’ex Juve lo conosco bene da tanti anni, ormai l’hanno detto tutti e lo faccio anche io: tira delle punizioni perfette, ci darà una grande mano. Guberti invece è un grande giocatore ed è un bene che stia recuperando, lo ringrazio perchè all’inizio di questa mia avventura mi ha aiutato tanto. Finora non ho giocato tanto, ma sono stato frenato da un infortunio. Mi sono sempre allenato bene e sono contento della scelta che ho fatto, al Milan non avrei mai potuto vedere il campo. Ho rifiutato la Juve Stabia perchè voglio concludere qua la mia stagione e provare a portare a casa il nostro grande obiettivo che è la Serie A. Poi l’estate prossima decideremo cosa fare anche col club rossonero, io mi trovo benissimo con questa maglia”. Dopo aver parlato in generale dell’annata del Torino, Oduamadi analizza anche le cause del rallentamento in classifica:”L’importante è creare tante occasioni, dobbiamo stare più tranquilli al momento della conclusione, ma con i giocatori di qualità che abbiamo, si può star tranquilli. Noi esterni rimaniamo larghi perchè in mezzo ci sono già le punte e il mister non vuole intasare l’area di rigore”. L’esterno nigeriano conclude la sua intervista con un accenno alla sua Nazionale:”In Coppa d’Africa noi non c’eravamo, per questo tifo per il Ghana che adesso è in semifinale contro lo Zambia. Hanno una squadra giovane e spero che vincano perchè se lo meritano”.

di Marco Orrù