Torino-Pescara, il doppio ex Leo Junior sogna una festa doppia

Leo Junior

Dici Leo Junior e ripensi subito al campione brasiliano degli anni 80 anima del Torino ma anche del Pescara ai tempi della serie A. Nell’intervista di quest’oggi rialsciata al quotidiano Tuttosport, Junior racconta come a Pescara l’umore della piazza sia alle stelle, come si sogna, si palpita per il Delfino figlio della logica zemaniana:” In città sono tutti eccitati a Pescara per questo big match col Toro. Non chiedetemi per quale squadra faccio il tifo, come potrei rispondervi. Posso solo dire che vinca il migliore”. Junior è il solito, passano gli anni ma lui è rimasto sempre lo stesso: anima e spirito brasiliano, sorridente, scherzoso e promette:” Ho già detto a mia moglie: se salgono tutte e due in Serie A prendiamo l’aereo e andiamo così facciamo festa doppia”. Nel corso dell’intervista Junior ha poi analizzato l’aspetto tecnico delle due squadre. Sul Pescara ha dichiarato:” L’ho visto un paio di volte in tv. Zeman fa giocare il Pescara come non si vede fare da nessun’altra squadra di B. Ha sempre cercato di proporre un gioco che non fa parte della mentalità italiana. E’ bravo, si sa. Anche quest’anno ha compiuto un grande lavoro. Sta vivendo la sua seconda giovinezza. Una nuova primavera”. Sponda granata Junior si sofferma sull’importanza di assecondare le richieste di mister Ventura, quale valore aggiunto di questa stagione:” In pochi mesi si è girato il mondo a Torino. Se i risultati non vengono paga l’allenatore. Ma quando gli esoneri si moltiplicano, paga il presidente: nel portafoglio e in piazza. E’ così da tutte le parti. E per fare i risultati è indispensabile comprare i giocatori giusti. La prima ragione dei successi del Toro deve essere questa. Ventura Infatti è un allenatore di valore superiore: non sono tanti a ragionare così. Anche a me piace molto il suo 4-2-4 ma devi avere i giocatori adatti soprattutto sulle fasce altrimenti è impossibile. Ho visto diverse volte il Toro in tv. La sua forza è anche la regolarità. Per salire in A devi avere una condizione atletica notevole, proprio come l’aspetto tattico. La B è lunghissima e tu devi tirare sempre al limite. E’ un campionato che ti spreme ed i miei amici del Toro mi hanno detto che Ventura è un maestro anche come motivatore. Saper gestire la concentrazione e le emozioni della squadra non è da tutti gli allenatori”.