L’ex Presidente del Pescara Giuseppe De Cecco, dimessosi a novembre per contrasti con Daniele Sebastiani, attuale Presidente degli abruzzesi, non ha rimpianti: ”Potevo essere ricordato come il patron della storica promozione in A dopo 20 anni, ma va bene così. Impensabile che restassi, impensabile un mio ritorno, anche se in tante banche ci sono ancora le mie firme a garanzia dei debiti… che sono tanti. O prendo tutto in mano, e la cosa mi sembra difficile o me ne resto dove sto. Ho un cognome che mi impedisce di fare il fast food del calcio. Anche perchè a Pescara la gente si aspetta che io resti almeno dieci anni. La serie A costa, lo so. Dai diritti tv arriveranno 20 mln, ma per fare una squadra vera ne servono altri 20 e puntare sui giovani. Però ho una certezza: se fossi rimasto io, anche Zeman sarebbe rimasto al 100%”. De Cecco nutre ancora dei dubbi sull’attuale proprietà abruzzese: ”La piazza è matura per la serie A, ma io non un ricco scemo. Avevo un progetto diverso, che non si è concretizzato. L’attuale proprietà è spezzettata in tante frazioni, mi chiedo se è la composizione giusta per fare la Serie A…”.
di Marco Orrù
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