Coronavirus, taglio stipendi | In Serie D: ”Non avrei i soldi per tornare a Napoli”

Nel momento di difficoltà si sta attuando il taglio degli stipendi dei calciatori, ma per le piccole società non è semplice: la testimonianza dalla Serie D

Amichevole Pontedera-Empoli (Getty Images)

Il calcio italiano è stato duramente colpito dalla diffusione dell’emergenza Coronavirus, che oltre a sospendere le competizioni, ha portato ad una crisi economica. Le società calcistiche rischiano di perdere ingenti somme di denaro, così si è arrivati dover tagliare gli stipendi dei calciatori. La diminuzione dei salari però, non ha per tutti lo stesso impatto, i giocatori delle categorie minori infatti ne risentono di più. La testimonianza arriva da un calciatore di Serie D, che svela la sua situazione di disagio.

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Coronavirus Serie B tedesca
Coronavirus (Getty Images)

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Coronavirus, Bernardini del Pontedera: “Riuscirò a fare la spesa?”

Come dichiarato dal presidente della Figc, Gabriele Gravina: “Il calcio italiano è in crisi”. Per questo motivo le società di tutte le categorie hanno seguito l’iniziativa della Juventus, ovvero il taglio degli stipendi dei calciatori. Non per tutti i calciatori però questo taglio ha le stesse conseguenze, visto che gli stipendi percepiti sono molto differenti tra le varie categorie. Arriva così la testimonianza di Mariano Bernardini, calciatore del Pontedera, che al giornale ‘Il Mattino‘ dichiara: “Io guadagno duemila euro netti al mese, per fortuna il Pontedera paga l’appartamento ma un anno fa a Lucca non era così e mi restavano circa 1200 euro teoricamente, perché la Lucchese non pagava, così ho dovuto spendere i soldi che avevo guadagnato precedentemente a Pagani. Pensavo di avere trovato un po’ di serenità qui e invece…Non so cosa può accadere da qui a qualche ora, altro che giorni.”

Coronavirus
Pallone Serie B (Getty Images)

Poi il calciatore continua: “I dirigenti del Pontedera sono vicini alla squadra, però è una situazione difficile. Vai a dormire con mille pensieri e ti risvegli con quegli stessi pensieri. Riuscirò a fare la spesa? Potrò pagare le bollette? Se bloccassero gli stipendi, neanche avrei i soldi per rientrare a Napoli. Io potrei tornare a casa dei miei, ma gli altri calciatori, quelli con moglie e tre figli, come farebbero? Qui si arriva al massimo a tre mila euro di stipendio” Una testimonianza importante, che fa comprendere come sia difficile attuare la stessa misura per tutte le categorie. Le differenze tra Serie A e Serie D sono grandi, così come grandi sono i problemi che potrebbero portare questi tagli ai giocatori di campionati inferiori.

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