ESCLUSIVO/Fontana: ”Cesena, maledetti ultimi 10′. Meret, che personalità. Agliardi-Agazzi…”

Alberto Fontana (Photo by Phil Cole/Getty Images)

FONTANA CESENA SPAL – Alberto Fontana, ex portiere tra le altre di Spal, Cesena e Palermo, oltre che dell’Inter, ha parlato in ESCLUSIVA ai microfoni di Seriebnews. Con lui abbiamo parlato della capolista, con cui lui ha giocato da ragazzino, della squadra della sua città, il Cesena appunto, di alcuni portieri come Meret e il duo cesenate Agazzi-Agliardi e di Palermo. Ecco le sue parole:

Ciao Alberto. Tu all’inizio di carriera hai giocato una stagione nella Spal. Che ricordi hai di quella piazza?

“E’ una città che vive di calcio. Io all’epoca ero un ragazzino, ed eravamo in C. Ma ricordo la passione della gente che andava allo stadio, c’è grande cultura calcistica. Somiglia molto a Cesena da questo punto di vista, anche se Ferrara è più grande. Mi fa molto piacere che in una città con così tanto entusiasmo siano vicini a centrare un obiettivo così importante. Erano dagli anni ’60 che non vedevano la A. Ed anche vedere lo stadio pieno ogni settimana penso sia un bellissimo messaggio. Complimenti a chi ha costruito e gestito questa bellissima realtà”.

Cosa mi dici quindi di questa straordinaria cavalcata della Spal in questo campionato?

”Pensavo che potessero fare un campionato tranquillo, mettendo in mostra dei giovani interessanti. Mai avrei creduto ad un campionato del genere. Ma già a gennaio con quegli acquisti importanti si è capito che la società aveva in mente di centrare questo obiettivo”.

Da ex portiere cosa pensi di Meret, insieme a Donnarumma, forse il candidato maggiore all’eredità di Buffon.

”Non lo conoscevo bene, ne avevo sentito parlare bene ma non l’avevo mai visto. E’ un giocatore importante con la I maiuscola. E’ bellissimo vedere dei ragazzi così giovani e con così tanta qualità. Io non sono amante del portiere isterico. Vedere ragazzi di 18 anni che giocano con questa tranquillità e questa gestione delle emozioni è molto bello. Meret è veramente molto bravo. Deve ancora crescere, ma parliamo davvero di un’eccezione. Quando a 18-19 anni un portiere ha questa tranquillità e forza non è la normalità”.

Pensi che il prossimo anno possa la Spal far bene anche in Serie A, magari ancora con mister Semplici?

”Il salto dalla B alla A è molto grande e lo abbiamo visto negli ultimi anni, visti i continui saliscendi. Una volta gestito questo entusiasmo e festeggiato a dovere questo traguardo, la società dovrà sapere che la Serie A è un’altra cosa e che bisognerà intervenire in maniera importante sul mercato. Anche se una squadra che vince il campionato ha già una struttura di base avanzata e un buon affiatamento. E’ logico che qualcos’altro ci vorrà”.

Ovviamente la squadra a cui sei legato di più è il Cesena, club della tua città. Cosa pensi della stagione dei romagnoli?

“Senza gli ultimi 10 minuti di gara il Cesena sarebbe terzo o quarto in classifica. Con i miei amici avevo fatto il conto dei punti persi da questa squadre dall’80’ in poi e mi sembra fossero 16 o 17. A questo punto potrebbe lottare addirittura per la promozione diretta. Se però ne ha persi così tanti qualcosa che non ha funzionato c’è. Il Cesena non è una squadra da lotta per la salvezza, ha una rosa importante con dei giocatori che in B sono un lusso. Probabilmente se riparti con questa stessa rosa lotti per i playoff o giù di lì per giocarti la promozione diretta”.

Cosa non ha funzionato secondo te?

“Qualcosa certamente non ha funzionato. Questa squadra è da quarto o quinto posto. Cocco, Crimi, ne cito due degli acquisti estivi, sono ragazzi importanti. Se succede due volte quello di perdere punti alla fine allora è un caso, ma se succede più volte non lo è più”.

Da ex portiere cosa ne pensi dell’alternanza Agliardi-Agazzi che forse ha penalizzato entrambi visti gli errori commessi?

”Sono d’accordo. Probabilmente nel ruolo il Cesena ha troppo e il troppo stroppia. Sono due portieri titolari che hanno avuto dei momenti difficili. Ne basta uno di titolare, che poi deve dimostrare sul campo, piuttosto che due titolari forti. Alla lunga questo ”troppo” non ha pagato”.

Cosa mi dici invece del Palermo, che molto probabilmente vedremo in B il prossimo anno?

”Anche questa squadra non vale la classifica che ha. Se la sarebbe dovuta giocare almeno fino alla fine. Purtroppo aveva tanti giocatori giovani per il nostro campionato, che non conoscono bene la A e che non erano supportati da altri più esperti che conoscono l’ambiente. Diamanti, per esempio, ottimo giocatore, è lì da un anno. Il Palermo ha sempre avuto uno zoccolo duro di 4-5 giocatori, non per forza titolari, che però sapevano gestire tutto. Questa è una squadra che ha pagato questa gioventù. Quando e se la matematica li condannerà, penso che ci siano giocatori buoni per affrontare la B”.

Marco Orrù