Varese, Sottili si presenta: “Amo il calcio propositivo”

VARESE SOTTILI / VARESE – Il nuovo tecnico del Varese Stefano Sottili è stato presentato oggi alla stampa. Ecco alcune delle sue dichiarazioni riportate dal sito ufficiale della società: “Per me è un’opportunità grande e per questo devo ringraziare i due direttori. Quando ci siamo incontrati a Milano ho percepito il desiderio e la voglia di riuscire a trasmettere, attraverso la squadra, quelle che sono le motivazioni della piazza. Toccherà a me essere bravo a svolgere questo compito. L’allenatore di oggi deve essere duttile. Fino agli ultimi giorni di agosto è difficile avere la squadra al completo, poi c’è anche il mercato di gennaio. Amo il calcio propositivo: se pareggeremo è perché non siamo riusciti a vincere e saranno gli avversari che avranno meritato. Noi ci alleniamo per raggiungere il massimo, ovvero i tre punti della prossima partita. Non parlo di obiettivi a lunga gittata ma mi concentro su step settimanali. Se la squadra avrà fatto un percorso importante lo capiremo a fine aprile. Di mercato parla solo la società. Onde evitare malintesi, di giocatori e mercato parlerà solo la società. Io parlerò chiaramente con loro, attraverso un confronto costruttivo, con lo scopo di sbagliare il meno possibile, trovando volti giusti e motivati, ideali per il progetto Varese. La base comune sarà selezionare giocatori utili per il progetto. Non ho chiesto nulla alla società, solamente che si strutturi a livello organizzativo affinché si possa perfezionare il lavoro settimanale. Nessuno deve avere alibi, nessuno dovrà avere materiale per lamentarsi. Ciò comporterà un’assunzione di responsabilità dei ragazzi che favorirà il loro percorso di crescita. Il modulo? A Carrara giocavo con il 4-4-2  mentre a Venezia ho scelto il 4-3-1-2. A Carpi ho seguito un percorso misto. A Varese dipenderà chiaramente dal mercato. Mi piacerebbe un po’ di duttilità. Ovviamente la squadra avrà una sua fisionomia e linea di condotta. La duttilità sarà un’arma in corso di stagione, non certo un limite. Il mio miglior pregio? Ho ottenuto molti risultati dal punto di vista del rendere consapevole il gruppo delle proprie potenzialità e capacità. Un giorno un ragazzo che non giocava molto mi disse che sarebbe voluto restare in organico perché avrebbe appreso tanto e sarebbe comunque migliorato. Le sue parole mi resero molto felice. La mia priorità è il gruppo. Voglio che ognuno si senta importante e sappia che arriverà il suo turno e la sua opportunità. Lavorerò sulle motivazioni”.