Cittadella, Foscarini e Pres. Gabrielli: ”Vi spieghiamo il nostro segreto”

Claudio Foscarini

 

La sorpresa più grande di questo inizio stagione del campionato di Serie B è certamente il Cittadella, anche se ormai il club veneto non fa più notizia, visto che da anni ormai fa parte della cadetteria con merito, nonostante la piccola realtà. Alla Gazzetta dello Sport il Presidente Gabrielli e il mister Foscarini spiegano i segreti del ‘Citta’:

GABRIELLI: ”Seguo l’esempio di mio padre che separava il lavoro (il Gruppo Gabrielli è leader nel settore siderurgico con sette aziende che occupano 1.200 dipendenti) dal calcio per evitare contaminazioni pericolose — dice Andrea, figlio di Angelo scomparso nel 2009 — la nostra è una realtà di provincia che ci impone di tenere i piedi per terra ma sempre con professionalità e organizzazione. Ci piace puntare sui giovani affidandoli ad una figura di riferimento costante nel tempo che li aiuti a crescere. Foscarini è la persona giusta. E’ con noi da 10 anni di cui 8 in prima squadra. Per me Claudio è una piccola università del calcio, l’ho soprannominato la nostra Ca’ Foscarini paragonandolo alla famosa Ca’ Foscari di Venezia. Il nostro rapporto va avanti per contratto annuale, come voleva mio padre, ma sarà interrotto solo da situazioni straordinarie. L’obiettivo nella stagione del quarantennale è fare meglio del passato. Tre anni fa disputammo i playoff, eliminati dal Brescia poi promosso. In questa B tante squadre possono salire, quindi tutto è possibile. La svolta è arrivata dopo il brutto k.o interno col Modena (0-3), lì ho voluto dare la scossa ad un ambiente che si stava adagiando e subito è arrivata la vittoria col Sassuolo. Se a gennaio saremo ancora davanti, non ci faremo ingolosire dal mercato: il nostro acquisto sarà il rientro di Di Nardo dall’infortunio”.

FOSCARINI: ”E’ un paragone che mi diverte e mi lusinga. il nostro segreto è la squadra-famiglia che coinvolge in un clima positivo anche le giovanili. A Cittadella sto benissimo, sono consapevole che la provincia non aiuta ad esportare la propria immagine, otto anni qui non mi pesano anche se è vero che non ho mai saputo vendere il mio prodotto per salire più alto. Lavorare con i giovani è la mia missione, i grandi club ce li mandano volentieri. Oggi in rampa di lancio abbiamo Giannetti (scuola Siena), Baselli (Atalanta) e Biraghi (Inter). La squadra è cresciuta dopo un inizio altalenante, con troppi k.o. esterni. Dopo il successo sul Sassuolo, andando a La Spezia ho detto che non volevo perdere quella trasferta e abbiamo vinto 3-0. Il modulo? Storicamente veniamo dal 4-4-2 ma quest’anno avendo giocatori con altre caratteristiche ho fatto 3-4-3 ed ora ho cambiato col 4-3-3. Sta funzionando e ci crediamo. Ora possiamo elevare l’obiettivo stagionale. Vogliamo la salvezza ma i tifosi ci chiedono i playoff e io rispondo perchè no. Molto dipende dai tre derby che ci attendono contro Vicenza, Padova e Verona in sequenza: questo trittico può rafforzarci o ridimensionarci. Quanti punti voglio fare? Firmo solo per nove, dobbiamo pensare in grande. E da interista chiudendo gli occhi sogno di affrontare i nerazzurri nel nostro stadio in Serie A”.

Marco Orrù