Reggina, Gregucci: ”Esonero e morte Morosini, periodo brutto per me. Finchè avrò forza terrò accese le luci su un ragazzo come il ‘Moro”’

Piermario Morosini

 

Non è un momento facile nella vita di Angelo Gregucci. Esonerato pochi giorni fa dalla Reggina dopo il pareggio col Crotone, ha visto anche la perdita di un suo allievo, uno di quelli a cui ti senti affezionato per averlo valorizzato al massimo, Piermario Morosini. Il mister romano ha parlato ai taccuini del quotidiano ‘Tuttosport’: ”Ho un ricordo meraviglioso di Morosini, io che l’ho allenato nel suo periodo di maggior splendore al Vicenza. Voglio tenere accese le luci su di lui, ora che pian piano vanno spegnendosi e finchè avrò forza parlerò di lui, della sua grandezza umana, in un calcio che risalta soltanto episodi negativi come il calcioscommesse. C’ il giocatore che si vende le partite e c’è un grande ragazzo come il ‘Moro’. Da lui posso dire di aver imparato tanto, nonostante lui era più giovane di me e di solito succede il contrario. Aveva sempre qualcosa da dirti e su cui farti riflettere. Vedo in giro tanti ragazzi vuoti, lui invece era pieno di contenuti. Lui è un esempio per tutti e i riflettori sulla sua persona non dovranno mai spegnersi, in un mondo dove i modelli positivi non esistono più”. Passando a questioni più terrene, Gregucci ripercorre la sua avventura alla Reggina: ”Ho ringraziato la società per l’opportunità che mi ha dato, ma sono un pò deluso. Il Presidente ha compiuto una scelta che non ho condiviso, anche se è lui che decide. Ho lasciato una squadra viva al mio successore. Oggi si gioca il recupero col Torino. Nell’altra partita avevamo più volte sfiorato il pari prendendo anche un palo, saranno 45 minuti intensi”. Il tecnico ex Vicenza e Lecce, tra le altre, ha disputato una stagione da giocatore al Torino: ”Non mi voglio definire un cuore granata, ma posso dire di essermi allenato al Filadelfia nell’ultimo anno prima di essere chiuso. Avevo sempre sentito parlare del cuore Toro ma finchè non sono entrato in quell’impianto non l’ho capito. Lì si respira qualcosa di magico, di unico. Non capisco come ancora non si è fatto niente per rimettere in piedi quello stadio. L’ho visto un pò di tempo fa con i miei occhi e dal vivo fa ancora più male vedere quel rudere. Spero che prima o poi lo rimettano in sesto. Da quelle parti si respira la storia. Auguro ai granata di poter centrare l’obiettivo che si sono prefissi in questa stagione”.

di Marco Orrù