Sassuolo, Troianiello:”Vi racconto la mia storia, da quando scavalcavo per entrare al San Paolo, al mio arrivo qui, passando per la promozione in A con Conte”

Gennaro Troianiello

 

L’uomo del momento in casa Sassuolo è certamente Gennaro Troianiello, che nel giro di una settimana ha regalato alla sua squadra due gol da sei punti, uno all’Albinoleffe e una all’Empoli. Il quotidiano ”La Gazzetta dello Sport” l’ha incontrato per un interessante intervista, dove il ragazzo napoletano racconta la sua storia, partendo dagli albori della sua infanzia:”Sono sempre stato uno ‘scugnizzo’, come tutti i ragazzi di Napoli, sono bravo a cantare, le contrade di Siena mi conoscono bene, forse avrei fatto quel mestiere se non fossi diventato un calciatore. Io sono di Napoli, Quartieri Spagnoli di Montesanto e sono orgoglioso delle mie origini. Solo pensare di giocare al San Paolo mi mette i brividi, anzi forse me la farei addosso. Da piccolino scavalcavo per poter entrare allo stadio. Maradona il mio idolo? Non solo, mi piace molto Maggio, molto più serio di me…Io ho iniziato a giocare in alcuni settori giovanili campani a Nocera, a Salerno e poi, a 16 anni, sono andato al Lauria, in Basilicata, in Serie D. Poi sono andato in Sardegna, nelle serie minori, Calangianus e Nuorese, con cui ho vinto pure due campionati. Sono anche andato a Malta per un mese, ma poi sono andato via subito. La svolta è avvenuta al Frosinone, stagione 2009/2010 in Serie B. Mister Moriero mi ha fatto sentire un giocatore quando neanche io ci credevo più. Poi la grande stagione scorsa con il Siena e la promozione”. Bianconeri allenati da un certo Antonio Conte:”Un grande allenatore, non si discute, mi ha fatto da padre in molti momenti in cui ero giù di morale. Mi scuserà, ma in finale di Coppa Italia tiferò Napoli, al cuor non si comanda…”. In caso di promozione con i neroverdi, Troianiello avrebbe in mente una sorpresa:”Il mister non vuole che ne parliamo, però se andiamo in Serie A farò sicuramente una tarantella. Comunque ringrazio anche il mister Pea che mi ha rilanciato dopo sei mesi di inattività a Siena”. In chiusura, un messaggio ai più giovani:”In particolare a quelli del mio quartiere. Io da piccolo ero più sulla strada che a scuola. Certo, quest’ultima è importante, ma la strada ti insegna tanto. Dalle mie parti o sei sveglio o lo diventi in fretta…”.

di Marco Orrù