Pescara-Reggina, il film: Zeman vs Gregucci

Angelo Gregucci

 

PescaraReggina è Zeman contro Gregucci, è la sfida tra due personaggi così diversi e così uguali che in carriera solo per caso, forse per uno scherzo del destino, si sono solo sfiorati senza però mai incontrarsi.

La prima volta negli anni ’90. Tutti ricordano Gregucci perno della difesa della Lazio con cui ha collezionato ben 187 presenze. Otto meravigliosi anni che hanno consacrato l’attuale tecnico pugliese come una bandiera della squadra capitolina, una straordinaria avventura terminata nel 1993 proprio l’anno prima della venuta sulla panchina biancoceleste di Zeman approdato a Roma nel 1994 dopo aver scritto la favola del Foggia. Dalla Lazio, Gregucci passò al Torino prima e alla Reggiana poi mentre il boemo restò nella capitale, cambiando sponda, per cinque anni.

Il destino, si sa, quando vuole sa essere beffardo e riesce a regalare delle vicende simili a trame cinematografiche. Come nel 2005 quando Gregucci diviene l’erede di Zeman. Cambia il set, da Roma a Lecce, ma non il copione. Zdenek va via e la dirigenza giallorossa sceglie un sostituto giovane, Angelo Gregucci, a cui affidare un compito non facile: cercare di ripetere la stagione precedente, storica per i salentini. Missione impossibile? Sì, l’esperienza dell’attuale tecnico della Reggina durò solo poche partite il Lecce non riuscì a salvarsi e si affidò, per tentare la risalita, nuovamente alle cure del maestro boemo.

E qui va in scena il penultimo atto della storia dal titolo: da erede a giustiziere. Dicembre 2006, Lecce-Vicenza. Per la prima volta Zeman contro Gregucci, l’uno contro l’altro.  Entrambi con un unico obiettivo, vincere. La spuntò Angelo Adamo che con i biancorossi espugnò il “Via del Mare” grazie ad un 2-1 che costò a Zeman la panchina.

Tra poche ore  i due si ritroveranno per un altro capitolo di questa strana storia. Zeman vuole vincere per continuare a volare, Gregucci non può perdere anche perchè, secondo alcuni rumors, una battuta d’arresto potrebbe costargli la panchina.

Come finirà?  Sarà la vendetta del boemo?

Antonio Modaffari