Reggina, cambio di modulo… e di mentalità?

 

Svolta? Riconversione? Prova dimostrativa? Il cambio di modulo che effettuerà la Reggina, salvo sorprese, per la gara di sabato contro la Sampdoria, pone parecchi interrogativi. Il DNA dell’organico è offensivo, quindi appare sacrosanto intraprendere un percorso tattico che consenta l’utilizzo contemporaneo di Missiroli, Ragusa, Ceravolo e Bonazzoli, tutta gente di qualità. Di conseguenza, sembrano sempre più di facciata le frasi di Foti in merito a mister Breda ed al rendimento generale della squadra: se è vero che la società è soddisfatta della classifica e dei punti sin qui ottenuti, e rimprovera solo scarsa determinazione ai giocatori nelle ultime settimane, allora perché cambiare il modulo?

Il rimescolamento tattico nasce da un confronto interno fra le varie componenti, ma bisognerà capire se il passaggio dal 3-5-2 al 4-2-3-1 possa accontentare tutti. La fiducia riscossa da Breda all’interno dello spogliatoio è ai minimi storici, e per un allenatore è fondamentale ottenere la massima attenzione dal gruppo. Al di là dei numeri e delle disposizioni tattiche.

La sperimentazione del 4-2-3-1 avverrà contro il più rognoso degli avversari, ovvero una Sampdoria dall’organico importante ed in cerca di riscatto. Scegliere un modulo offensivo, per poi far prevalere la solita mentalità attendista, sarebbe un controsenso. Innanzitutto, mettere in panchina uno solo dei giocatori citati prima è impensabile: il riassetto tattico dovrebbe esaltare ancor di più i tre principali realizzatori, ovvero Missiroli, Ceravolo e Ragusa, ed il loro utilizzo contemporaneo potrebbe far sentire più coinvolto il centravanti Bonazzoli.

Se svolta offensiva deve essere, bisogna farla completa. Non avrebbe senso nemmeno tenere entrambi i terzini bloccati, oppure scegliere un centrocampo muscolare rinunciando alla qualità di Nicolas Viola. Sarebbe come indossare lo smoking per andare a pesca. Soltanto sabato, sul campo, scopriremo se la Reggina sta attuando scelte convinte. Foti, poi, ha deciso di non riunire la squadra per la ramanzina post-Verona. Finché la barca va…

 

Paolo Ficara