Albinoleffe-Reggina, gli ultimi due precedenti a Bergamo si sono conclusi con una vittoria a testa e un alluvione…

Giocatori della Reggina festeggiano dopo un gol

 

Da quando la Reggina è tornata in Serie B si sono giocate due sole partite allo Stadio Atleti Azzurri d’Italia fra l’Albinoleffe e gli amaranto, due compagini che si ritroveranno di fronte anche domani nel posticipo della 16ma giornata.

Nella stagione 2009/2010, la prima dopo la retrocessione dalla Serie A, la Reggina andò a Bergamo ad affrontare gli azzurri di Mondonico avendo già esonerato mister Novellino e con Ivo Iaconi in panchina, alla ricerca disperata di rialzare una squadra che in estate era partita con i favori dei pronostici. Il 9 Gennaio 2010 però fu la giornata di Francesco Ruopolo che siglò una doppietta nel 2-0 finale. Gli amaranto continuarono così il loro stentato campionato, concluso con una striminzita salvezza a fine stagione, mentre l’Albino proseguì il suo tranquillo campionato di metà classifica.

Tutt’altra storia lo scorso torneo. Il 30 Aprile 2011 nella cittadina bergamasca scese una sorta di diluvio universale: Albinoleffe e Reggina fecero in tempo solo a giocare i primi 15 minuti del match prima di dover rientrare negli spogliatoi perchè il campo era diventato una risaia. In questo lasso di tempo l’Albinoleffe riuscì comunque a passare in vantaggio con un gol di Mingazzini. Si riprese il gioco una decina di giorni dopo, stavolta col bel tempo, con i seriani in vantaggio per 1-0. I calabresi in quel momento stavano lottando per un posto playoff, mentre i celesti erano in piena bagarre salvezza. Insomma una sorta di dentro o fuori. La Reggina ribaltò l’undici di Mondonico e il risultato, fece tre reti con la doppietta di Campagnacci e il gol di Bonazzoli e si rilanciò nelle zone alte della classifica. La squadra di Atzori al termine dell’anno riuscì a centrare i playoff, mentre l’Albinoleffe si salvò grazie al playout.

Quella di domani sarà una partita aperta e la situazione è più o meno la stessa dello scorso torneo, anche se questa volta siamo soltanto a un quarto di campionato.

di Marco Orrù