Ascoli, ora non puoi più sbagliare

Uno scorcio della curva dell'Ascoli

 

L’Ascoli di Fabrizio Castori è quasi giunto ad un bivio. O si torna a vincere, a cominciare dalla partita di sabato contro il Pescara nel derby dell’Adriatico, o il distacco dalle altre squadre potrebbe farsi troppo ampio per poter recuperare. Con la mazzata dei 7 punti di penalizzazione, la squadra marchigiana si trova all’ultimo posto in classifica con soli 2 punti, a 5 punti di distacco dalla zona salvezza formata da un nutrito numero di squadre, ben cinque, tutte con sette punti. Si capisce che il ritorno alla vittoria è fondamentale per l’undici di Castori, cosa che non succede dal 10 settembre, l’1-0 in casa con la Nocerina. Da allora 4 sconfitte e due pareggi. Da dove ripartire? La squadra è buona, soprattutto dalla trequarti in su, ma commette tanti errori soprattutto in fase difensiva, visto che ogni settimana almeno un gol degli avversari arriva per svarioni della difesa. Questo quindi è il primo punto su cui migliorare, commettere il meno errori possibili, perchè non sempre il pur bravo portiere Guarna, risce a sbrogliare la matassa; 16 reti subite in 10 partite sono un pò troppe. Al contrario i 13 gol fatti rappresentano un buon bottino per il club bianconero e da questa buona base si può riaprtire, anche se servirebbero più realizzazioni da parte degli attaccanti. Se andiamo a spulciare le statistiche, il capocannoniere della squadra è l’attaccante esterno Papa Waigo con 4 reti, ma ditero di lui troviamo le due reti di Sbaffo, centrocampista offensivo e poi un gruppo di giocatori con una rete, tra cui gli attaccanti Soncin e Romeo. Troppo poco il contributo da parte delle punte a disposizione dell’allenatore marchigiano. Ora arriva la sifda più sentita, il match col Pescara, il cosidetto ”Derby dell’Adriatico”. La squadra di Zeman è una delle più in forma di tutto il campionato (e l’ha dimostrato anche ieri, andando a vincere a Brescia) e per Di Donato e compagni non sarà facile tornare alla vittoria, ma l’Ascoli non può più guardare in faccia a nessuno, o i tre punti o lo spettro della retrocessione sarà sempre più vicino.

di Marco Orrù