Serie B, ESCLUSIVO/ Cristian Bucchi: “Lascio sereno il calcio giocato. Vorrei fare l’allenatore”

E’ di pochi giorni fa la notizia del ritiro dal calcio giocato di Cristian Bucchi. L’attaccante ha giocato con grande continuità nel calcio che conta, vestendo maglie prestigiose come quelle di Napoli, Cagliari e Perugia. Nell’ultima stagione sono state poche le soddisfazioni, tra Pescara e Napoli. Il ragazzo però nella sua carriera ha dimostrato di essere un ottimo attaccante, superando la quota dei 100 goal tra Serie A e B.

E’ intervenuto in ESCLUSIVA per SerieBnews.com lo stesso Cristian Bucchi, che ci ha raccontato la sua decisione.

Il tuo addio al calcio arriva in maniera inaspettata. Come mai hai deciso di lasciare all’improvviso?
“Sono giovane è vero e fortunatamente anche integro fisicamente. Ma ho deciso quest’estate che finiva un percorso della carriera per lasciare spazio a qualcosa di diverso.
In estate i calciatori hanno molti stimoli per la stagione che va a incominciare, anche se è vero che hanno più tempo da dedicare alla famiglia e agli amici. Io quest’anno non li ho sentiti e allora ho preso questa decisione”.

Come lasci una professione che hai svolto per moltissimi anni? Con quale sentimenti? Soprattutto con la consapevolezza che potevi dare ancora molto.
“Sì, è vero potevo dare ancora molto perchè fortunatamente sono ancora integro fisicamente. Però mi sono ripromesso da sempre di lasciare prima di accusare i danni dell’età e di farlo quando ero ancora in forma. Non volevo arrivare al disfacimento fisico, che mi avrebbe portato prima a scendere di categoria e poi a lasciare.
Mi sono tolto moltissime soddisfazioni e ho svolto una professione bellissima per cui ci vuole una grande passione. Lascio in modo sereno e con la convinzione che sono stato io a lasciare il calcio e non questo a dirmi che non potevo più farcela”.

Quale è il ricordo che ti porti dentro e che ti ha lasciato il calcio giocato?
“Il ricordo più bello è sicuramente quell’esordio straordinario in Serie A con la maglia del Perugia, contro la Lazio. Sono andato in goal dopo appena tre minuti che ero in campo. E’ stato un sogno a occhi aperti. Ho avuto la soddisfazione di giocare in tanti club importanti e al fianco di tanti campioni. La parte più triste sicuramente è la fine, ma rimarrà per sempre un percorso pieno di emozioni”.

Tanti anni sui campi di calcio, quale sono i giocatori con cui hai legato di più e che ti porti dentro?
“Sono molto amico di Giallombardo, Goretti e Fabio Gatti. Ma direi una stupidaggine e mancherei di rispetto agli altri citando solo loro. Ho giocato con grandi campioni, ma soprattutto con grandissime persone”.

Quale è stato l’esempio da seguire, il giocatore che ti porterai dentro?
“Come ho già detto mi porto dentro tantissimi campioni e tanti giocatori di qualità sia umane che sportive. Sicuramente però se devo fare un nome dico Gianfranco Zola. Un giocatore che è un esempio per tutti e che rappresenta la storia del calcio italiano”.

Se invece ti chiedo un giocatore con cui ti sei trovato alla perfezione a livello tattico?
“Se mi chiedi questo ti rispondo che ho giocato con tanti partner con cui mi abbinavo alla perfezione. Ce n’è stato uno però con cui mi trovavo a meraviglia e con cui potevo giocare a occhi bendati, parlo di Colacone”.

Hai pensato a cosa farai da grande? Cosa ti aspetta dopo aver appeso gli scarpini al chiodo?
“Penso che ritirarmi sia la fine di un’avventura che porta all’inizio immediato di un’altra. Per ora non c’è nulla di concreto, ma vorrei lavorare nelle risorse umane, sempre nel calcio. Sono un uomo di campo, mi piacerebbe continuare quindi sul rettangolo verde. Sogno di diventare allenatore, magari iniziando con i giovani”.

Un grosso in bocca al lupo a Cristian per tutto quello che verrà e un grazie per i goal bellissimi che ci ha fatto vedere nella sua carriera.

Matteo Fantozzi